Non si ferma il rialzo dei prezzi dei coils laminati a caldo (HRC), sia sul mercato italiano sia su quello nordeuropeo. In Italia i prezzi di transazione hanno superato i 440 €/t e sono ormai vicini a quota 450 €/t franco produttore, ma potrebbero crescere ulteriormente nei prossimi giorni. Nel frattempo nei paesi dell'Europa settentrionale si registrano quotazioni pari in media a 455-460 €/t, una decina di euro in più rispetto alla scorsa settimana. I tempi di consegna si estendono fino a marzo/aprile.
«Il trend rialzista è supportato innanzitutto dalla mancanza di offerte di importazione» ha commentato Tommaso Sandrini, presidente di Assofermet Acciai, spiegando che è in corso una graduale accettazione degli aumenti annunciati dai produttori dopo un iniziale, breve periodo di scetticismo da parte dei centri servizi. «A valle la domanda è normale - ha continuato Sandrini -, direi che si continua con il trend dei mesi scorsi. Il livello di portafoglio è più basso rispetto a prima, si tende ad acquistare all'ultimo, mentre non si rilevano grandi differenze nel livello del consumo reale». Il presidente di Assofermet Acciai ha aggiunto infine che, oltre alle elevate offerte da paesi terzi, concorrono a sostenere la tendenza rialzista dei prezzi anche le notizie dei fermi di alcuni impianti. Tra le più recenti vi sono quelle riguardanti l'Acciaieria 1 dell'ex Ilva e il forno B di ArcelorMittal Gent.
Secondo quanto appreso da SteelOrbis, la differenza tra i prezzi degli HRC sul mercato italiano e le offerte dalla Turchia ammonta a circa 30 euro. C'è quindi spazio per un ulteriore aumento dei prezzi nazionali, ma si teme una possibile discesa delle offerte turche a fronte della recente riduzione delle quotazioni del rottame. «Gli HRC provenienti dalla Turchia - ha riferito un trader - si attestano a non meno di 498-499 $/t FOB, ai quali si aggiunge poi un nolo di almeno 30 $/t».
Stefano Gennari