In qualità di prodotto strettamente collegato ai comparti
automotive ed edile, la
vergella nel mercato statunitense si appresa a intraprendere quest’anno un percorso quanto meno turbolento.
Quello che è stato fino a un anno fa uno dei prodotti di punta del mercato siderurgico statunitense sta ora soffrendo gravemente a causa della crisi economica. Con i suoi principali acquirenti, i trafilatori, pesantemente danneggiati dal perdurare della congiuntura negativa nell’edilizia e nell’
automotive, le prospettive per la domanda di
vergella nel prossimo futuro non sono delle più rosee, forse addirittura le più fosche tra tutti i prodotti siderurgici data la gravità del collasso registrato nei mercati dei suoi consumatori finali.
D’altro canto, c’è pure qualche buona notizia: i fondi stanziati per infrastrutture nel pacchetto Obama per l’
economia stanno per dar vita a nuovi progetti di costruzione e riparazione di ponti e autostrade e i prodotti derivati della
vergella, come per esempio la rete elettrosaldata, registreranno di certo almeno un modesto incremento nei
consumo in seguito a questi
investimenti. Per ora, tuttavia, la ripresa, modesta o no, deve ancora arrivare, e la maggior parte degli esperti del settore sembra essere concorde su un ulteriore peggioramento prima che la situazione possa migliorare. I prezzi della
vergella continuano a scendere; sul fronte domestico, i prezzi della qualità a basso tenore di carbonio hanno perso in media 22 $/t rispetto alla scorsa settimana e si attestano ora a 617-639 $/t franco fabbrica. Gli acquirenti continuano ad affermare che non ci sono prezzi reali prefissati e, mentre le aziende in qualche caso offrono inizialmente cifre superiori al livello sopra citato, i clienti riescono generalmente a negoziare cifre inferiori data la carenza diffusa di ordini.
Per quanto riguarda l’import, la situazione non è dissimile. Mentre la maggior parte delle offerte si attesta a 535-557 $/t dazi pagati FOB camion carichi porti golfi statunitensi, le aziende e i commercianti fanno fatica a raccogliere ordini e, data l’assenza di domanda tanto nel mercato statunitense che in tutto il mondo, è probabile che i prezzi continuino a scendere.
La
Turchia si conferma la fonte primaria nelle offerte per l’importazione di
vergella dagli
USA, mentre la
Cina è ancora assente dal mercato. Si osservano poche consegne attualmente, ma le scorte, sia dei commercianti che dei clienti, restano elevate, soprattutto per talune misure. Come ha dichiarato un commerciante dell’area del Golfo, il problema è che molte commesse vennero effettuate per materiale che, solo alcuni mesi fa, si esauriva velocemente, ma a causa del severo crollo nella domanda i commercianti si trovano oggi in sovrabbondanza di queste misure, in particolare 5,5 e 6,5 mm.
Per chiudere con una nota positiva, il sentire diffuso nel mercato è che i prezzi non possano scendere ancora di molto e che, dunque, il fondo sia vicino. Vicino, certo, ma non ancora raggiunto. E non possiamo sapere con esattezza quanto prossimo (o lontano…) sia.