I pubblici ministeri dello stato brasiliano del Minas Gerais, insieme ad altri enti governativi, hanno depositato presso un tribunale la richiesta di congelamento di asset del gruppo minerario Vale per 4,6 miliardi di dollari (26 miliardi di real brasiliani).
Alla causa hanno aderito anche lo stato del Minas Gerais, l'Ufficio del Difensore Pubblico del Minas Gerais, l'Ufficio del Procuratore Federale brasiliano e l'Ufficio del Procuratore Generale (AGU).
Inoltre, i pubblici ministeri chiedono 5,02 miliardi di dollari (28 miliardi di real brasiliani) a titolo di risarcimento per danni morali e sociali collettivi, di cui 4,7 miliardi di dollari (26,6 miliardi di real brasiliani) per le perdite economiche subite dallo stato del Minas Gerais e 64.807 dollari (361,250 real brasiliani) per danni a un sito archeologico vicino alla diga crollata.
Oltre al congelamento dei beni per 4,6 miliardi di dollari, si chiede il risarcimento di 9,8 miliardi di dollari (54,6 miliardi di BRL) in totale. Si tratta dunque della più grande causa intentata contro Vale in relazione al disastro di Mariana accaduto nel novembre 2015.
Ci sono voluti anni prima che Vale firmasse un accordo con i pubblici ministeri per risarcire i danni del disastro di Mariana. Il gruppo minerario ha precisato che la causa fa parte di una controversia giudiziaria avviata nel gennaio 2019 e ha affermato di aver già effettuato pagamenti legali per un valore di 11 miliardi di real brasiliani (1,98 miliardi di dollari). Vale risponderà alla causa secondo la tempistica stabilita dal giudice che si occuperà del caso.