Una diga di scarti minerari della compagnia brasiliana Vale ha subito un cedimento il 25 gennaio a Brumadinho, nella periferia di Belo Horizonte, capitale dello stato brasiliano di Minas Gerais. Secondo i media locali, il disastro ha provocato oltre 50 morti, un bilancio destinato a salire dal momento che i dispersi sono oltre 300.
Secondo quanto reso noto dalla società Vale, proprietaria dell’impianto (dove lavorano 300 dipendenti), il crollo si è registrato nel primo pomeriggio del 25 gennaio a Mina de Corrego do Feijão. L'onda di fango e rifiuti ha investito vari edifici dell'azienda e la piccola località di Vila Ferteco.
Nel fine settimana il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, alla sua prima prova per il coordinamento dei soccorsi, ha sorvolato la zona del disastro in elicottero, assicurando che il suo governo "farà tutto quello che nelle sue possibilità" per "chiedere giustizia" e "prevenire nuove tragedie come questa".
L’esplosione di Brumadinho è avvenuta tre anni dopo il disastro di Mariana del novembre 2015, che uccise 19 persone e causò l’interruzione della produzione del produttore di pellet Samarco, joint venture paritetica tra Vale e BHP Billiton. Nell'incidente, avvenuto a circa 120 km da Brumadinho, fuoriuscirono oltre 60 milioni di tonnellate di rifiuti di ferro tossici lungo centinaia di chilometri, causando quello che rimane il peggior disastro ambientale del Paese. Stavolta la fuoriuscita è stimata in 13 milioni di tonnellate.