Dopo che venerdì 12 ottobre un tribunale di Aliaga (Turchia) ha ordinato il rilascio del pastore evangelico statunitense Andrew Brunson - che aveva passato gli ultimi anni in carcere e agli arresti domiciliari per accuse legate a terrorismo e spionaggio - SteelOrbis ha contattato il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti per chiedere in che modo lo sviluppo della vicenda possa influire sul dazio del 50% della Section 232 attualmente in vigore sulle importazioni di acciaio e alluminio di provenienza turca.
Un portavoce del DOC ha riferito a SteelOrbis che l'aumento dell’aliquota del dazio non è mai stato correlato al caso Brunson, nonostante numerosi media nei mesi scorsi abbiano attribuito l’innalzamento della tariffa direttamente al mancato rilascio del pastore statunitense.
A seguito della rottura dei negoziati per la liberazione di Brunson ad agosto, l'amministrazione Trump aveva raddoppiato il dazio della Section 232 nei confronti della Turchia dal 25% al 50%. Secondo quanto riportato da Business Insider, due alti funzionari dell'amministrazione statunitense avrebbero dichiarato che come parte dell'accordo di rilascio di Brunson gli Stati Uniti avrebbero "allentato la pressione economica sulla Turchia". Ciononostante, hanno mancato di menzionare misure specifiche, come ad esempio variazioni nei dazi su acciaio e alluminio.
Alla richiesta di maggiori chiarimenti sullìerrata attribuzione da parte dei media dell’aumento del dazio alle tensioni diplomatiche attorno alla liberazione di Brunson, il portavoce del DOC ha rifiutato di rispondere.
La decisione del tribunale di Aliaga ha spinto la lira turca a rafforzarsi leggermente sul dollaro negli ultimi giorni.