I dazi della Section 232 sulle importazioni di acciaio devono restare in vigore negli Stati Uniti. Questo il monito scandito dalle associazioni dell'industria siderurgica statunitense e dai sindacati dei lavoratori locali in una lettera inviata questa settimana al presidente Joe Biden.
Nella lettera – firmata dall'American Iron and Steel Institute (AISI), dal sindacato United Steelworkers (USW), dalla Steel Manufacturers Association (SMA), dal Committee on Pipe and Tube Imports (CPTI), da Specialty Steel Industry of North America (SSINA), dall'American Institute of Steel Construction (AISC) e da Alliance for American Manufacturing (AAM) – si afferma che le tariffe sono state un successo poiché hanno permesso ai produttori di acciaio di riavviare gli stabilimenti inattivi. Le associazioni sottolineano inoltre che le acciaierie statunitensi puntano ad investire più di 15,7 miliardi di dollari in impianti nuovi o aggiornati.
Nella missiva si evidenzia che, secondo gli oppositori dei dazi, la Section 232 dovrebbe essere revocata per aumentare l'offerta di acciaio negli Stati Uniti e affrontare l'impennata dei prezzi dell'acciaio. I firmatari tuttavia attribuiscono la situazione attuale alla pandemia di Covid-19: diversi «mercati siderurgici in tutto il mondo – fanno notare – stanno registrando prezzi record e lunghi tempi di consegna».
Le associazioni e i sindacati aggiungono infine che «l'offerta locale di acciaio sta rispondendo ai segnali di mercato»: la produzione, evidenziano, è cresciuta di oltre il 50% nell'ultimo anno, mentre l'occupazione presso gli stabilimenti siderurgici è aumentata di quasi 3.000 unità dal settembre scorso.