In una lettera al neo-eletto presidente Joe Biden, cinque importanti associazioni dell'industria siderurgica statunitense hanno esortato la futura amministrazione a mantenere le tariffe della Section 232 sulle importazioni di acciaio.
La lettera, firmata dai leader di American Iron and Steel Institute, United Steelworkers Union, Steel Manufacturers Association, Committee on Pipe and Tube Imports e American Institute of Steel Construction, afferma che i dazi della Section 232 in vigore dal 2018 «hanno permesso all'industria di riavviare impianti inattivi, riassumere dipendenti in congedo e di iniziare a investire decine di miliardi di dollari in impianti nuovi e aggiornati».
Sfortunatamente, continua la missiva, la pandemia di coronavirus ha causato una forte battuta d'arresto per la ripresa del settore, provocando un calo significativo della domanda e tagli di posti di lavoro. Con la ripresa della produzione, spiegano le associazioni, l'industria «rimane vulnerabile a nuovi picchi delle importazioni» dal momento che Cina, Vietnam e Turchia continuano ad aumentare la loro produzione di acciaio in un contesto in cui la domanda globale è sempre più debole.
Nella lettera si avverte inoltre che «la rimozione o l'indebolimento di queste misure prima che i principali produttori siderurgici smaltiscano la loro sovraccapacità, le sovvenzioni e altre politiche lesive per il commercio che hanno alimentato la crisi nel settore non faranno che favorire un nuovo aumento delle importazioni con effetti devastanti per i produttori siderurgici nazionali e per i loro lavoratori».
La futura amministrazione non ha finora fatto annunci pubblici riguardo ai dazi della Section 232 in quanto, non appena il presidente verrà eletto il 20 gennaio, le priorità riguarderanno la risoluzione dell'emergenza pandemica e la ripresa economica.