US Steel fermerà due impianti negli Stati Uniti e uno in Europa per affrontare la discesa dei prezzi dell'acciaio. Lo ha comunicato nelle scorse ore il produttore con sede a Pittsburgh, che per il trimestre in corso ha previsto un EBITDA al di sotto delle aspettative, cioè pari a circa 250 milioni di dollari.
Gli altiforni interessati sono quelli statunitensi degli stabilimenti di Great Lakes Works nel Michigan e di Gary Works nell'Indiana, ai quali si aggiunge quello situato in Slovacchia. La decisione punta ad «allineare la nostra produzione globale con il nostro libro ordini» ha precisato US Steel.
L'impianto di Gary Works è dotato di una capacità annua di produzione di acciaio grezzo pari a 7,5 milioni di tonnellate, mentre quello di Great Lakes Works ha una capacità di 3,8 milioni di tonnellate. L'impianto slovacco di US Steel fermerà un altoforno da 125.000 tonnellate mensili.
Il produttore ha aggiunto che la decisione per quanto riguarda lo stabilimento slovacco è dovuta all'aumento delle importazioni in Europa, all'elevato costo delle materie prime e all'indebolimento della domanda.
Negli USA, come riportato in precedenza, i prezzi dei piani hanno continuato a tendere al ribasso da inizio anno. Le quotazioni dei coils laminati a caldo (HRC) hanno perso oltre 200 dollari da gennaio ad oggi, dopo essere cresciute in modo significativo lo scorso anno subito dopo l'imposizione da parte di Trump dei dazi della Section 232.
Intanto, questa settimana le azioni dei produttori siderurgici statunitensi sono state influenzate positivamente da alcune notizie: l'ottenimento di risultati migliori del previsto da parte del produttore Steel Dynamics Incs, l'annuncio di un possibile taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea e la ripresa dei colloqui commerciali tra USA e Cina.
Stefano Gennari