Martedì 13 dicembre, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio per istituire nell'UE un Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) al fine di combattere il cambiamento climatico e prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio. Con questo accordo, le parti mirano a pareggiare il prezzo pagato per i prodotti dell'UE nell'ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS) e il prezzo per le merci importate, costringendo le aziende che importano nell'UE a ottenere certificati CBAM e a pagare la differenza tra il prezzo del carbonio pagato nel paese di produzione e il prezzo delle quote di carbonio nell'EU.
La legge incoraggerà i paesi extra UE a prestare maggiore attenzione alla questione climatica, mentre i paesi già in linea con gli standard climatici dell'UE non dovranno acquistare certificati CBAM. Il nuovo disegno di legge è progettato per essere pienamente conforme alle regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e si applicherà dal 1° ottobre 2023, sebbene ci sarà un periodo di transizione in cui gli obblighi dell'importatore saranno solo di rendicontazione. La durata del periodo di transizione e la piena introduzione graduale del CBAM saranno collegate alla graduale eliminazione delle quote gratuite nell'ambito dell'ETS, negoziato nel corso di questa settimana.
Secondo la proposta della Commissione, oltre ad alcuni prodotti a valle, il CBAM riguarderà ferro e acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti ed elettricità, e sarà esteso all'idrogeno e alle emissioni indirette a determinate condizioni. Con l'obiettivo di includere tutti i beni coperti dal sistema ETS entro il 2030, la Commissione valuterà se estendere il campo di applicazione ad altri beni a rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio prima della fine del periodo di transizione. Entro la fine del 2027, la Commissione effettuerà un riesame completo del CBAM, compresa una valutazione dei progressi compiuti nei negoziati internazionali sui cambiamenti climatici, nonché dell'impatto sulle importazioni dai paesi in via di sviluppo.