Un rafforzamento delle misure di salvaguardia a partire dal 1° luglio 2019, con l'obiettivo di frenare le importazioni e le distorsioni da esse causate sul mercato dell'UE. È questo ciò che chiedono 45 amministratori delegati di altrettante aziende siderurgiche europee agli Stati Membri dell'UE, all'Europarlamento e alla Commissione Europea attraverso una "lettera aperta".
Le aziende, tutte associate EUROFER, sottolineano che «sono stati annunciati chiusure di impianti e grossi tagli alla produzione in tutta l'UE» e che «migliaia di posti di lavoro sono a rischio immediato».
«Le importazioni - si legge nella lettera - sono più che raddoppiate a partire dal 2013, sfiorando i quasi 30 milioni di tonnellate dopo l'istituzione delle tariffe statunitensi sull'import di acciaio nel 2018. La domanda siderurgica nell'UE è cresciuta solamente in modo marginale dal 2013 ed è prevista in diminuzione nel 2019».
I produttori siderurgici europei puntano il dito, oltre che sull'import, anche contro l'aumento dei prezzi delle materie prime e dell'energia, nonché contro i costi legati alle emissioni di CO2. «L'industria siderurgica europea - si legge nella loro missiva - è in crisi a causa di questi fattori esterni, eppure resta un settore strategico che è alla base della sopravvivenza dell'intera catena del valore in Europa». Da ciò la richiesta di interventi da parte dei politici europei e di un incontro d'emergenza per discutere soluzioni che garantiscano la sopravvivenza del settore.
Stefano Gennari