Assofermet, Associazione Italiana del Commercio e della Trasformazione di Acciaio, ha espresso con fermezza la propria opposizione a un ulteriore inasprimento delle misure di Salvaguardia UE sulle importazioni di acciaio. Questa posizione arriva in risposta al riesame avviato dalla Commissione europea, come annunciato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE il 17 dicembre 2024.
Assofermet sottolinea che la riapertura dell’inchiesta, a soli sei mesi dall’ultimo riesame del giugno 2024, si basa su dati forniti esclusivamente da Eurofer, senza che vi siano cambiamenti significativi nelle condizioni di mercato. Secondo l’associazione, questa decisione rischia di aggravare i problemi strutturali del mercato dell'acciaio europeo senza affrontare le reali cause della crisi.
«La persistente carenza di domanda da parte dei settori utilizzatori finali che impiegano acciaio, non può essere affrontata con ulteriori restrizioni all’importazione» si legge nella nota. «Al contrario, è necessario incentivare la crescita della domanda e stimolare i consumi di acciaio».
Le misure di Salvaguardia, in vigore dal luglio 2018, hanno avuto conseguenze pesanti sul comparto manifatturiero dell’UE. Assofermet evidenzia come queste abbiano contribuito all’aumento dei costi di produzione, limitato l’accesso a materiali necessari e favorito l’importazione di prodotti finiti a basso costo da Paesi extra UE. Una situazione che mette in difficoltà tanto i distributori quanto i produttori europei di beni finiti.
L’associazione chiede quindi che le misure vengano chiuse definitivamente entro il 31 dicembre 2025, per evitare ulteriori sovrapposizioni con il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism). In alternativa, Assofermet propone interventi per rendere il sistema di Salvaguardia più equo e flessibile: «mantenere l’attuale livello di liberalizzazione delle importazioni; eliminare i contingenti specifici per Paese, sostituendoli con una quota globale per categoria di prodotto; introdurre un meccanismo di gestione flessibile, che permetta di redistribuire i saldi inutilizzati tra i Paesi al termine di ogni trimestre, al fine di ottimizzare l’uso delle quote previste».
Assofermet invita la Commissione europea a spostare l’attenzione verso soluzioni di lungo periodo, finalizzate a stimolare la domanda e rafforzare la competitività dell’industria europea, «piuttosto che ricorrere ancora una volta a semplici e scontate politiche protezionistiche, che non risolvono i problemi di fondo del nostro settore» afferma l’associazione.
L’industria dell’acciaio guarda con preoccupazione anche alle future mosse della nuova amministrazione statunitense in materia di politiche commerciali, che potrebbero influenzare ulteriormente i flussi globali di acciaio e alluminio.