ArcelorMittal Kryvyi Rih (AMKR), controllata ucraina di ArcelorMittal, ha espresso preoccupazione per il requisito gonfiato riguardo all’importazione obbligatoria di energia elettrica necessaria alle imprese per garantire una fornitura illimitata da parte del governo, e ha invitato il governo stesso a rivedere tale requisito. All’inizio di giugno le autorità avevano stabilito che la garanzia di fornitura illimitata di energia elettrica si sarebbe applicata solo alle imprese che importano almeno l’80% del loro consumo totale di energia elettrica.
Secondo la dichiarazione, prendendo in considerazione la necessità di utilizzare fondi supplementari per il trasporto dell’energia elettrica, nonché i costi delle dogane e le accise, il prezzo dell’elettricità importata da tali imprese risulterebbe due volte superiore al prezzo pagato dai suoi concorrenti diretti nei paesi dell’Europa occidentale. In queste condizioni, afferma AMKR, un aumento di produzione diventerebbe significativamente non redditizio e danneggerebbe la competitività, e inoltre porterebbe obbligatoriamente a ridurre la produzione in modo significativo e a licenziare circa 1.200 dipendenti.
«Tali decisioni da parte del governo richiedono calcoli e giustificazioni chiare, nonché la ricerca di una soluzione equilibrata per l’industria e, di conseguenza, per l’economia del paese. Chiediamo di rivedere la decisione presa e di abbassare l’obbligo del volume minimo obbligatorio di importazione di energia elettrica al 50%», ha affermato Mauro Longobardo, direttore generale di ArcelorMittal Kryvyi Rih.