I danni causati dai devastanti terremoti del 6 febbraio in Turchia, con epicentro a Kahramanmaras e gravi ripercussioni su dieci città limitrofe, hanno provocato tagli alla fornitura di gas naturale ed elettricità nella regione. La produzione di acciaio è diventata impossibile nelle condizioni attuali. La Isdemir, con sede a İskenderun, ha annunciato che stanno continuando le verifiche di due diligence e che la produzione è stata sospesa fino al completamento dei lavori.
Si prevede che la produzione di acciaio nella regione non inizierà almeno fino alla fine di questo mese, mentre i forni elettrici ad arco potrebbero essere messi in funzione prima degli altiforni, che potrebbero aver bisogno di qualche settimana in più, secondo quanto risulta a SteelOrbis. La regione colpita dal terremoto rappresenta il 25-30% della produzione annuale totale di acciaio del paese e, secondo le valutazioni preliminari, non si registrano danni rilevanti agli impianti siderurgici locali. Secondo quanto riferito, i produttori di acciaio mirano a riavviare la produzione il più rapidamente possibile una volta che le condizioni attuali saranno migliorate. Nelle condizioni attuali, la produzione di acciaio del paese diminuirà a febbraio. Veysel Yayan, segretario generale dell’Associazione dei produttori siderurgici turchi, ha dichiarato a Bloomberg che i produttori di acciaio delle altre regioni della Turchia si concentreranno sul soddisfacimento della domanda interna piuttosto che su quella dei mercati di esportazione.
Secondo la dichiarazione dell’Associazione degli operatori portuali della Turchia, non ci sono problemi nei porti, ad eccezione del Limakport di Iskenderun, dove dopo il terremoto è scoppiato un incendio nell’area dei container. Tuttavia, poiché le attrezzature sono state spedite per spostare le macerie nell’attuale stato di emergenza, c’è una carenza di attrezzature nei porti e sono necessarie indagini dettagliate per determinare i danni. Nei primi giorni del disastro, quando le attività logistiche sono state interrotte, i carichi di rottame short sea sono stati reindirizzati verso altre regioni.
La Confederazione turca delle imprese ha riferito che le perdite di forza lavoro costeranno all’economia del paese 2,9 miliardi di dollari: in totale si parla quindi di un impatto economico di 84 miliardi di dollari, compresi i danni agli edifici residenziali e la perdita di reddito nazionale.