Durante la terza sessione della 19^ conferenza di SteelOrbis “New Horizons in Steel Markets” tenutasi martedì 3 dicembre a Istanbul, in una tavola rotonda moderata da Mesut Özdöl, i partecipanti hanno commentato gli sviluppi del 2024 e condiviso le proprie aspettative sull’industria siderurgica turca nel prossimo periodo.
Riguardo al 2024, Kürşad Aynas, responsabile vendite di Colakoğlu Metalurji, ha dichiarato che le aziende turche non hanno avuto problemi di produzione e di esportazione quando i costi, i rischi geopolitici e le pressioni sugli interessi sono stati elevati, sebbene la “concorrenza estrema” abbia limitato la redditività. Posto che gli esportatori turchi non hanno problemi con la concorrenza leale, Aynas ha affermato che non può essere considerata concorrenza quella con paesi che vendono a prezzi di dumping inferiori di 60-70 $/t rispetto ai costi di produzione. Aynas ha inoltre osservato che i produttori che importavano prodotti rientranti nel regime di perfezionamento attivo della Turchia e li utilizzavano sul mercato interno invece di trasformarli ed esportarli hanno provocato un deterioramento dell’equilibrio tra importazioni ed esportazioni. Per quanto riguarda i prezzi Aynas ritiene che per ridurre al minimo gli effetti delle fluttuazioni sia preferibile stipulare contratti a lungo termine, concordare i tassi di cambio e inserire negli accordi clausole di indicizzazione. Aynas ha concluso affermando che i dazi che il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump intende introdurre al momento dell’insediamento potrebbero inoltre avere effetti positivi per l’industria siderurgica turca se imposti ai paesi concorrenti.
Sulla competitività della Turchia Mehmet Çakmur, vicepresidente di Kocaer Çelik, ha affermato che le esportazioni dirette di acciaio non possono essere competitive alle attuali condizioni di mercato e che la Turchia dovrebbe aumentare le esportazioni indirette di acciaio a valore aggiunto. Sottolineando che i costi di produzione dei concorrenti dei produttori turchi sono inferiori, Çakmur ha affermato che è necessario un cambiamento di strategia per ottimizzare i profitti. Il vicepresidente ha poi evidenziato che durante il primo mandato di Trump la globalizzazione è stata sostituita dalla regionalizzazione: gli Stati Uniti hanno aumentato gli scambi con il Canada e il Messico, l’Europa commercia all’interno dei propri confini e la Turchia non è stata in grado di utilizzare il proprio vantaggio geopolitico a causa di questioni interne. Ha affermato poi che le economie sviluppate, che hanno rallentato a causa dell’elevata inflazione, mirano a eliminare la stagnazione e a far riprendere le economie riducendo lentamente i tassi di interesse: anche un piccolo aumento della domanda in UE avrà un impatto positivo sulle esportazioni di acciaio della Turchia.
Un altro oratore che è intervenuto al panel, Muammer Bilgiç, membro del comitato esecutivo del produttore turco di acciaio Bilecik Demir Çelik, ha affermato che la Turchia dovrebbe concentrarsi sulle esportazioni indirette di acciaio e che la transizione del paese verso la produzione a valore aggiunto è iniziata. Bilgiç ha poi affermato che l’eccesso di capacità sul mercato è sempre esistito, ma il rallentamento della domanda l’ha trasformato in un problema. Riguardo al CBAM – altro tema fondamentale per l’industria siderurgica globale – l’esponente di Bilecik Demir Çelik ha dichiarato che, nonostante la produzione turca sia basata su forno elettrico ad arco, le emissioni Scope 2 del paese (derivanti dall’energia) sono più elevate rispetto a quelle dell’UE. Inoltre, rispetto a quest’ultima, i costi dell’energia in Turchia sono maggiori. Bilgiç ha osservato che, a meno che il profilo energetico della Turchia non venga modificato, l’industria siderurgica del paese non sarà in grado di utilizzare la produzione basata su forno elettrico ad arco come un vantaggio competitivo.