L'indiana Tata Steel sarà costretta a rivedere i suoi obiettivi di produzione se l'imposizione del dazio del 15% sull'export di prodotti siderurgici rimarrà in vigore a lungo. Lo ha affermato il CEO T. V. Narendran, oggi 26 maggio.
Narendran ha spiegato che, sebbene le preoccupazioni per l'attuale impennata dell'inflazione siano comprensibili, misure come la tassa all'esportazione colpiranno l'industria siderurgica. Tata Steel aveva elaborato piani per raddoppiare la capacità a 40 milioni di tonnellate all'anno sulla base di una quota di esportazioni pari al 10-15%. Piani che, ovviamente, andranno ora rivisti alla luce dell'annuncio del dazio da parte del governo indiano. Se le esportazioni di acciaio saranno scoraggiate per un lungo periodo, ha affermato Narendran, «allora dovremo costruire tanta capacità quant'è quella richiesta dal mercato domestico».
«Se avremo bisogno di 40 milioni di tonnellate oppure di 35 milioni di tonnellate è una cosa dobbiamo decidere. Nel medio-lungo termine, pensiamo che l'India debba incoraggiare le esportazioni», ha aggiunto Narendran.
Tata Steel, che fa parte di una delegazione dell'industria siderurgica indiana, si impegnerà per «trovare un terreno comune» con il governo locale, ha concluso il CEO.