Gary Cohn, direttore del National Economic Council, ha rassegnato le dimissioni in segno, secondo i media, di protesta rispetto alla decisione del presidente USA Donald Trump di adottare tariffe sulle importazioni di acciaio e alluminio.
Secondo Bloomberg, Trump lo scorso giovedì avrebbe domandato al suo team economico se supportasse o meno l’imposizione di tariffe. Cohn si sarebbe rifiutato di rispondere, ma poco dopo avrebbe rassegnato le dimissioni. In un comunicato, la Casa Bianca ha ringraziato Cohn per il lavoro svolto nell’amministrazione, ma non ha annunciato un sostituto per l’ex numero due di Goldman Sachs.
“Gary è stato il mio principale consigliere economico e ha compiuto un lavoro straordinario nello spingere per la nostra agenda, aiutando a varare una storica riduzione delle tasse e riforme che libereranno ancora una volta l'economia americana” ha detto Trump, senza lasciar trasparire alcun rancore nei confronti di Cohn. Da parte sua, anche Cohn ha evitato di menzionare nel suo addio lo scontro su dazi e protezionismo, sottolineando di aver lavorato per “politiche economiche pro-crescita”.
Cohn era considerato un baluardo del commercio libero, equo e reciproco, e per questo si era spesso scontrato con paladini dell’”America First” quali il segretario al commercio Wilbur Ross e il consulente commerciale senior Peter Navarro.
Dopo le dimissioni di Cohn, il Dow Jones è sceso di 200 punti nei primi scambi di mercoledì, mentre Standard & Poor's e Nasdaq hanno perso circa lo 0,5% ciascuno.