Il prezzo import del rottame HMS I/II 80:20, uno dei prezzi di riferimento per l’industria siderurgica globale, ha registrato un calo imprevisto attestandosi molto al di sotto del livello inizialmente ipotizzato. Nella previsione dei prezzi del rottame turco di aprile, SteelOrbis aveva annunciato un calo graduale in questo segmento, senza però escluderne uno più pronunciato. Per una serie di fattori, i prezzi hanno inaspettatamente registrato un forte calo, di quasi 40 $/t in soli due passaggi rispetto all’inizio di aprile.
I prezzi import del rottame in Turchia si attestavano a 375-382,5 $/t CFR il 1° di aprile, e sono scesi a 335-348 $/t CFR il 17 di aprile, in calo medio del 9,8%. L’attuale prezzo medio di 341,5 $/t CFR rappresenta una regressione ai livelli di fine gennaio, ma è comunque più alto di 8,5 $/t rispetto al livello minimo registrato nel 2025.
All’inizio di aprile il sentiment era pessimistico, in un clima di protezionismo crescente a livello globale e di disordini politici in Turchia. Poiché il clima di negatività sui mercati del rottame e dell’acciaio è peggiorato, le tendenze di prezzo stavano già dando segnali di ribasso. Fonti hanno segnalato che il mercato locale del rottame negli Stati Uniti si stava ammorbidendo, ma quello europeo si aspetta ancora una lieve ripresa malgrado i primi segnali di revisione al ribasso nei prezzi di raccolta degli esportatori.
La situazione nelle aree fornitrici di rottame peggiora rapidamente
Nelle settimane precedenti l’inizio delle contrattazioni per il rottame di aprile, le aspettative di prezzo degli addetti ai lavori erano inizialmente piatte. Sono poi passate ad un andamento laterale morbido, fino ad arrivare a 41 $/t in meno, dato che l’offerta delle acciaierie e dei rottamai locali era più che sufficiente a soddisfare i livelli di domanda in seguito ai recenti aumenti di prezzo del primo trimestre e alle migliori condizioni climatiche e temperature primaverili in gran parte degli Stati Uniti. In Ohio e nel Nordest degli Stati Uniti, i prezzi nazionali del rottame sono scesi di 20-41 $/t in base alla qualità.
Inizialmente gli esportatori pensavano fosse un fenomeno nazionale, e credevano che non avrebbe avuto un grosso impatto sul segmento export che era già sceso in linea con i desideri degli acquirenti turchi. Tuttavia, nella seconda settimana di aprile, gli esportatori statunitensi hanno riferito che non sarebbero stati in grado di mantenere stabili le offerte CFR Turchia. Le acciaierie turche hanno mostrato poco interesse nel rottame d’importazione, portando i principali esportatori statunitensi ad abbassare i prezzi di raccolta di circa 20 $/t. Il sentiment in Turchia, però, non è cambiato. Le prime indicazioni dagli Stati Uniti fanno pensare a un possibile ulteriore calo sul mercato locale. SteelOrbis stima che i prezzi locali del rottame negli Stati Uniti scenderanno di altri 20-30 $/t quando inizierà il ciclo di acquisti di maggio. Questo darà agli esportatori un po’ di spazio per ridurre i prezzi di raccolta quando sarà il momento. Attualmente il flusso di rottame verso i depositi per l’esportazione negli Stati Uniti è abbastanza buono, e non sta creando particolari difficoltà per i fornitori.
Il mercato europeo è rimasto positivo nella prima settimana di aprile, ma, per via della significativa pressione osservata lato export, la resistenza dei fornitori di rottame non è durata. Gli esportatori che avevano iniziato il mese con prezzi di raccolta a 310 €/t DAP li hanno abbassati gradualmente a 260-270 €/t DAP. L’estremità inferiore di questo range di prezzo è la più bassa degli ultimi anni: fonti ritengono infatti che tale livello sia stato registrato per l’ultima volta nel 2022. Da quel momento in poi, quando i prezzi scendevano a 275 €/t DAP i flussi di rottame si fermavano.
I raccoglitori europei di rottame hanno segnalato che gli acquirenti locali hanno iniziato a reagire a questo calo nella seconda settimana di aprile. L’apprezzamento dell’euro sul dollaro sta creando difficoltà per gli esportatori. Attualmente le fonti non ritengono che i prezzi del rottame europeo possano scendere ulteriormente. Tuttavia, le scorte presso i depositi all’esportazione europei sono abbastanza elevate al momento. Gli operatori riferiscono che diversi fornitori UE hanno già due carichi disponibili per le esportazioni di maggio. Alcuni depositi per l’esportazione hanno iniziato a proporre offerte aggressivamente basse per rallentare i flussi in entrata, mentre altri hanno accettato significativi tagli ai prezzi di vendita verso la Turchia pur di non interrompere il flusso di cassa. SteelOrbis osserva che la situazione in UE è più difficile per i venditori perché sono schiacciati tra prezzi di vendita bassi, il poco rottame in entrata presso i depositi con il calo dei prezzi di raccolta e il tasso di cambio euro-dollaro.
La competitività della billetta impatta fortemente le aspettative di prezzo del rottame di importazione
La guerra commerciale si è fatta più intensa ad aprile, mettendo i prezzi cinesi sotto una pressione maggiore di quanto atteso. In particolare, se alla fine di marzo la maggior parte delle fonti di mercato si aspettavano che i prezzi della billetta cinese avrebbero oscillato in un range di 430-450 $/t FOB, a metà aprile erano già scesi a 415-420 $/t FOB in alcuni accordi. Sebbene alcuni ritengano che la continua tendenza al ribasso – in contrasto alla stabilizzazione e alla graduale ripresa – sia stata innescata da un aumento della produzione a marzo e inizio aprile e alla debolezza della domanda locale, il principale – e inatteso – fattore da considerare resta la guerra commerciale. Stati Uniti e Cina si sono imposti forti dazi reciproci, e quelli dei primi sono arrivati a un potenziale 245%. Le fonti sperano ancora che una ripresa della domanda in Cina possa portare a un certo miglioramento per la fine di aprile, ma sarebbe comunque modesto e dipenderebbe dagli annunci degli Stati Uniti e dagli stimoli cinesi in arrivo.
Di conseguenza, nella prima metà di aprile i prezzi import delle billette sono diventati ancora più competitivi. Sulla base dei prezzi giornalieri di SteelOrbis, a metà mese sono passati da 475-495 $/t CFR a 455-475 $/t CFR nelle ultime indicazioni. Inoltre, almeno 100.000 t sono state prenotate dalla Cina a 457-460 $/t CFR, mentre i costi di produzione nazionale di billette dal rottame a 375-380 $/t CFR (validi fino all’8 aprile) sono stimati a 530-535 $/t. Sul mercato locale i prezzi turchi delle billette si sono attestati a 500-525 $/t franco produttore. Kardemir e un altro fornitore della regione di Iskenderun hanno in effetti concluso accordi in questo range. Alla metà di aprile la differenza tra i prezzi medi delle billette nazionali e quelle d’importazione ha superato i 45 $/t, il che è piuttosto significativo.
La situazione sul mercato del tondo non è stata di aiuto, poiché i prezzi nazionali praticabili sono scesi di circa 15 $/t dall’inizio di aprile, mentre quelli export non erano abbastanza forti per rimanere a livelli più alti. Nel frattempo, i prezzi del rottame stavano scendendo e la concorrenza con i fornitori nordafricani è rimasta forte. Nello specifico, i prezzi del tondo hanno subito seguito il calo del rottame attestandosi a 550-570 $/t FOB, in diminuzione di 20-25 $/t, e si presume che scenderanno ancora.
Situazione nei segmenti del minerale di ferro e del carbone da coke
Dopo il calo dei prezzi dei futures dell’acciaio e dei prezzi spot, si sono ritirati anche quelli del minerale di ferro, in misura maggiore di quanto previsto dagli analisti. I prezzi del minerale di ferro in Cina sono scesi a 95,65 $/t CFR l’8 e 9 aprile, toccando il livello più basso da settembre 2024. Le previsioni, invece, si attestavano a circa 100-105 $/t CFR. Sebbene la produzione di acciaio in Cina fosse in crescita tra l’1 e il 10 aprile e la domanda sia migliorata, il sentiment ha ancora la meglio, e i fondamentali sono diventati meno rilevanti rispetto alla guerra commerciale. Poiché le scorte portuali di minerale di ferro sono diminuite in seguito all’aumento della domanda, le fonti di mercato ritengono che entro la fine del mese i prezzi del minerale di ferro torneranno a 100-102 $/t CFR, pur rimanendo inferiori alle aspettative per uno dei mesi migliori dell’anno in termini di domanda.
Per quanto riguarda il carbone da coke, la tendenza dei prezzi si è invertita e i prezzi del premium hard coking coal australiano sono finalmente aumentati a 189 $/t CFR nell’ultima trattativa di metà aprile, rispetto ai 170 $/t FOB di fine marzo. Ciò è dovuto a problemi di approvvigionamento, dato che le attività di due importanti operatori minerari questo mese sono state interrotte. Si prevede che ulteriori aumenti prima della fine del mese saranno lenti e non superiori a 5 $/t, poiché la domanda complessiva è rimasta limitata e gli acquisti della Cina si sono concentrati sul carbone da coke più economico.
La guerra commerciale continua, con un impatto diretto sul commercio globale
All’inizio di aprile le incertezze su una potenziale guerra commerciale stavano sollevando preoccupazioni nei mercati turchi dell’acciaio e del rottame. Gli operatori di mercato sono stati cauti e hanno voluto vedere cosa avrebbe deciso Trump riguardo ai prodotti turchi. Le aspettative erano piuttosto positive, in particolare per il segmento dei piani. L’imminente introduzione di tariffe reciproche non ha favorito le vendite di acciai lunghi.
Le speranze di un negoziato prima dell’inizio di una guerra commerciale più intensa si stavano già riducendo dopo che Trump ha minacciato la Cina di imporre un’ulteriore tassa del 50% se non avesse ritirato il suo aumento del 34% delle tariffe sui prodotti provenienti dagli Stati Uniti. Con l’inasprirsi del conflitto tra le due principali economie nel mese di aprile, i dazi sono stati aumentati rapidamente, facendo crescere i rischi per le catene di approvvigionamento internazionali e i prezzi al consumo.
Paese | Percentuale di dazio reciproco | Data effettiva |
USA | Fino al 145% sulle importazioni cinesi | 9 aprile 2025 |
Cina | Fino al 125% sulle importazioni USA | 12 aprile 2025 |
Gli Stati Uniti non si sono fermati alla Cina e hanno annunciato tariffe per altri partner commerciali, alcuni dei quali hanno reagito. Alla fine, il 5 aprile gli Stati Uniti hanno annunciato una tariffa reciproca per la Turchia, escludendo acciaio e alluminio:
Percentuale del dazio | Data effettiva | Competenza | Contesto |
10% | 5 aprile 2025 | Tutte le importazioni dalla Turchia | Parte di una tariffa universale imposta a tutti i Paesi nell’ambito della cosiddetta agenda economica del “Liberation Day”. |
Ulteriori dazi potenziali | TBD | Beni specifici (es. uova) | Gli Stati Uniti hanno proposto tariffe che potrebbero colpire le importazioni di alcuni prodotti dalla Turchia, come le uova, con un possibile impatto sui prezzi interni. |
L’annuncio di Trump sull’imposizione di tariffe del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio dall’estero del 10 febbraio, tariffe che sarebbero state applicate ai prodotti dei partner commerciali con esenzioni dai dazi o accordi di contingentamento tariffario – tra cui Canada, Messico, Australia, Argentina, Brasile, Corea del Sud, UE, Giappone e Regno Unito – e che sono entrate in vigore il 12 marzo 2025, ha pareggiato le condizioni della Turchia. Quest’ultima, infatti, doveva già sottostare a una tariffa del 25% negli Stati Uniti come da Sezione 232 dal 2018.
La Turchia affronta le proprie sfide economiche e commerciali
Impattata direttamente o indirettamente dalla guerra commerciale in corso, la Turchia ha monitorato gli sviluppi dell’ondata di protezionismo in tutto il mondo. Le sue esportazioni sono state colpite dal nuovo regime di quote annunciato dall’UE, e oltre al calo della domanda export anche il mercato dell’acciaio in Turchia è stato fiacco. All’inizio di aprile si sperava in una ripresa della domanda locale di acciai lunghi, in particolare per le vendite di tondo. Con l’inizio della primavera in Turchia le acciaierie speravano in un’accelerazione del settore delle costruzioni e in un aumento della domanda di tondo e di acciai strutturali. Tuttavia, tali aspettative sono state disilluse nella prima metà di aprile. Le turbolenze politiche nel Paese, iniziate il 19 marzo, hanno avuto ripercussioni anche sul settore siderurgico.
Secondo Bloomberght, la diminuzione delle riserve valutarie della Banca Centrale della Repubblica di Turchia (CBRT), iniziata dopo il 19 marzo, è proseguita. Secondo i dati della CBRT, le riserve lorde sono scese da 154,3 a 147,5 miliardi di dollari nella settimana conclusasi l’11 aprile. Anche le riserve nette sono diminuite, passando da 48,7 a 38,9 miliardi di dollari nella stessa settimana. È proseguito anche il calo delle riserve nette esclusi swap, che stessa settimana si sono attestate a 20,8 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 31,1 miliardi della settimana precedente. Dal 19 marzo sono scese di 44,6 miliardi di dollari. La CBRT ha reagito aumentando il tasso di policy – il tasso d’asta repo a una settimana – dal 42,5% al 46% il 17 aprile. Ha inoltre aumentato l’overnight lending rate dal 46 al 49% e l’overnight borrowing rate dal 41 al 44,5%.
Secondo le fonti di mercato, tali tassi di interesse sono anche un ostacolo per il commercio e la detenzione di scorte elevate nei magazzini non ha senso per i commercianti. Nella seconda metà di aprile, tutte le fonti turche concordano sul fatto che l’impatto della guerra commerciale globale è stato limitato, ma gli sviluppi economici specifici della Turchia sono il problema principale. Mantenendo un atteggiamento attendista, le acciaierie turche si concentrano sull’acquisizione di un quadro più chiaro delle loro vendite di acciaio prima di acquistare rottame deep sea o short sea. Vale la pena ricordare che i recenti aumenti dei prezzi dell’elettricità e del gas naturale, rispettivamente del 10 e del 20%, hanno provocato un aumento dei costi di produzione delle acciaierie turche, stimato ad altri 7-10 $/t per un produttore di medie dimensioni, a seconda dei tassi di produzione. Non avendo alcuna speranza di trasferire questo costo aggiuntivo agli acquirenti, le acciaierie turche sono state costrette a ridurre i prezzi di vendita del tondo nelle ultime due settimane.
Conclusioni
La stima di SteelOrbis per il prezzo medio del rottame HMS I/II 80:20 per la fine di aprile si era attestata a 368 $/t CFR, pur menzionando la possibilità di un calo più marcato dei prezzi. Tuttavia, con il peggioramento del sentiment, lo scostamento tra i prezzi attuali e la nostra stima è aumentato.
A causa di questi sviluppi, il mercato turco del deep sea mostra un potenziale di ripresa molto limitato. Fonti di mercato riferiscono che le offerte ricevute dalle acciaierie turche si stanno abbassando ad ogni trattativa. Sebbene la mancanza di interesse delle acciaierie turche per il rottame stia dando loro spazio per testare il terreno, i tagli ai tassi di sfruttamento della capacità sono sempre più probabili e, con la fine della settimana in corso, sempre più operatori indicano questa possibilità.
Se dovesse succedere, i prezzi del rottame deep sea HMS I/II 80:20 potrebbero scendere a 320 $/t CFR. A seconda dei tagli o dei possibili cali dei prezzi dell’acciaio, i prezzi del rottame potrebbero diminuire ulteriormente prima di raggiungere un equilibrio. Considerando le attuali offerte di billette importate in Turchia, il rottame a 320 $/t CFR potrebbe bilanciare i costi di produzione delle acciaierie turche, a meno che i prezzi del tondo nazionale non scendano ulteriormente nella seconda metà di aprile. La maggior parte degli operatori ritiene che le acciaierie turche stiano aspettando di incontrarsi alla SteelOrbis Spring 2025 Conference & 92nd IREPAS Meeting di Atene dal 27 al 29 aprile prima di prendere decisioni.
Dall’altro lato potrebbero voler mantenere i propri volumi di rottame per il momento, e iniziare ad acquistarne altro la prossima settimana. Anche se è considerata una possibilità remota, se accadesse i prezzi del rottame deep sea dovrebbero stabilizzarsi nel range di 330-340 $/t CFR. A causa dell’elevata disponibilità nelle regioni fornitrici di rottame, è possibile che non si raggiungeranno livelli più elevati prima della fine di aprile.
A causa della rapida evoluzione delle tariffe e delle regole del commercio internazionale, nonché della tendenza dei Paesi ad adottare posizioni più protezionistiche, gli scenari più estremi potrebbero avere un ulteriore impatto sul mercato globale dei rottami nel prossimo periodo.