SteelOrbis Italy Forum, EUROFER: UE sotto pressione a causa della debolezza del manifatturiero e dell’aumento delle importazioni

mercoledì, 09 ottobre 2024 16:57:35 (GMT+3)   |   Brescia

L’industria siderurgica europea sta attraversando un periodo difficile, caratterizzato da inflazione, shock globali e un settore manifatturiero debole. È questo quanto emerso nell’intervento di Alessandro Sciamarelli, direttore della ricerca economica e di mercato presso EUROFER, durante il primo SteelOrbis Italy Forum, tenutosi a Milano l’8 ottobre, delineando la situazione attuale e le previsioni per il 2024 e oltre.

L’Europa è riuscita a evitare una recessione profonda, secondo Sciamarelli, raggiungendo quello che viene definito un “morbido atterraggio”. L’inflazione, che ha raggiunto livelli record nel 2022 a causa della crisi energetica, è stata in parte contenuta e si prevede che sarà al 3% nel 2024 e al 2,6% nel 2025. Tuttavia, la crescita rimane disomogenea. Mentre l’economia dell’UE dovrebbe crescere dell’1% nel 2024, Paesi chiave come la Germania continuano a lottare. Il PIL della Germania, infatti, è previsto in aumento di appena lo 0,1%, dopo una contrazione nel 2023. L’Italia, la Francia e la Spagna, invece, hanno mostrato una resilienza leggermente migliore, con una crescita dell’Italia prevista all’1% per il 2024.

Nonostante questa ripresa, i settori manifatturieri - centrali per la domanda di acciaio - rimangono deboli. Il rimbalzo post-pandemia è rallentato considerevolmente, con solo il settore dei servizi a guidare una crescita significativa. Al contrario, il settore manifatturiero, in particolare in Germania e Italia, rimane al di sotto dei livelli pre-pandemia, una tendenza preoccupante per l’industria siderurgica.

Secondo Sciamarelli, il settore siderurgico dell’UE è stato duramente colpito da più crisi, tra cui la pandemia di COVID-19, la guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica. La produzione di acciaio nell’UE è diminuita bruscamente dell’11% nel 2022 e del 7% nel 2023. Sebbene si preveda un modesto rimbalzo del 6% nel 2024, questo lascerà comunque i livelli di produzione significativamente inferiori a quelli del 2019.

Anche la domanda di acciaio ha subito una contrazione significativa. Il consumo apparente di acciaio, che è sceso dell’8,3% nel 2022 e del 9% nel 2023, è previsto in ripresa moderata dell’1,4% nel 2024. Tuttavia, questa cifra è probabilmente destinata a essere rivista al ribasso e il consumo rimarrà di 12 milioni di tonnellate al di sotto dei livelli pre-pandemia. Le importazioni continuano a svolgere un ruolo cruciale, rappresentando il 27% del consumo totale di acciaio all’inizio del 2024, un livello record.

La domanda di acciaio dipende in gran parte dalla performance di settori chiave come le costruzioni e l’automotive, che rappresentano rispettivamente il 35% e il 18% del consumo di acciaio. Purtroppo, entrambi i settori stanno affrontando una fase di declino, secondo quanto dichiarato dal rappresentante di EUROFER. Il settore delle costruzioni è in recessione dal terzo trimestre del 2022, con una produzione in calo da sette trimestri consecutivi. Questa tendenza dovrebbe peggiorare nel 2024, a causa degli alti tassi di interesse e del rallentamento della domanda abitativa.

Allo stesso modo, il settore automotive, che aveva mostrato una forte ripresa nel 2021, ha visto la sua produzione contrarsi nel 2023 e si prevede un ulteriore calo del 3% nel 2024. Sebbene il settore rimanga al di sopra dei minimi pre-pandemia, l’incertezza riguardo alla domanda dei consumatori e ai problemi della catena di approvvigionamento globale continua a pesare sulla crescita.

Secondo Sciamarelli, il mercato siderurgico dell’UE deve anche fare i conti con una crescente pressione derivante dalle importazioni e dall’eccesso di capacità globale. La regione ha registrato un deficit commerciale dell’acciaio per sette anni consecutivi, una tendenza che non mostra segni di inversione. L’eccesso di capacità globale dell’acciaio, stimato a oltre 600 milioni di tonnellate dall’OCSE, rappresenta una minaccia significativa, esercitando una pressione al ribasso sui prezzi e sui margini per i produttori europei.

Sebbene ci siano alcuni segnali di ripresa nel mercato siderurgico europeo, in particolare con l’allentamento dell’inflazione e la stabilizzazione prevista della produzione, le prospettive rimangono incerte, ha osservato Sciamarelli. La debole domanda manifatturiera, i livelli elevati di importazioni e l’eccesso di capacità globale probabilmente continueranno a influenzare il settore fino al 2025. È prevista una ripresa solo nella seconda metà del 2025, ma ciò dipenderà dalla stabilità economica generale e da un miglioramento della domanda nei settori che utilizzano l’acciaio. Sciamarelli ha concluso affermando che l’industria si trova di fronte a una lunga e incerta strada verso la ripresa.


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