Secondo quanto riportato da Bloomberg, si avvicina la riaccensione di uno dei due altoforni situati a Smederevo (Serbia) nonostante la rinuncia da parte del gruppo russo UralVagonZavod, unico investitore palesatosi, a formulare un'offerta nei termini previsti dall'ultima asta indetta, scaduta il 28 febbraio.
Il Ministro delle Finanze di Belgrado, Mladjan Dinkic, ha comunicato all'agenzia di notizie che "lo stato non ha abbandonato l'idea di trovare un partner strategico per l'acciaieria". Ma, dal momento che la produzione è ferma da ormai quasi un anno, il governo serbo ha elaborato un piano per riaccendere almeno uno dei due altiforni dell'ex US Steel Serbia.Il principale nodo da sciogliere, visto che le casse dell'azienda sono pressoché vuote, è il reperimento dei fondi per procedere all'acquisto delle materie prime necessarie, nonché per garantire uno stipendio ai lavoratori. Infatti, i ricavi derivanti dalle ultime vendite sono già stati utilizzati per versare ai dipendenti in cassa integrazione il 60% dello stipendio medio percepito.
"L'idea è di ottimizzare i costi - spiega Dinkic - ed aprire un fondo revolving per finanziare paghe ed acquisti di materie prime senza intaccare i soldi versati dai contribuenti con le tasse". Già incassato il placet di uno dei sindacati dei lavoratori più importanti del paese, il quale ha accettato una riduzione del 20% dei salari dei dipendenti per rendere la ripartenza di Smederevo finanziariamente più sostenibile.
La riapertura dell'acciaieria porterà i costi sostenuti ogni mese per Smederevo a 165 milioni di euro, cioè 20 milioni di euro in più rispetto alla spesa comunque necessaria anche in caso di inattività. Nell'intervista a Blic, Dinkic conferma che, visto l'attuale stato di crisi dei mercati siderurgici a livello mondiale, l'acciaieria non potrà produrre utili (si parla di una perdita annua di 20 milioni di dollari). Ma ciononostante - secondo il ministro - la ripartenza degli impianti potrebbe ridare vita alla città di Smederevo e slancio all'industria serba: si parla ad esempio di rilanciare la collaborazione con Fiat, presente dal 2010 con lo stabilimento di Kraguievac dove viene prodotta la 500L.
Al quotidiano Blic, Mladjan Dinkic sottolinea che il governo serbo è sempre aperto ad intavolare trattative con soggetti interessati a vario titolo nell'acciaieria di Smederevo (partnership strategica, acquisto, collaborazione tecnica o commerciale) e che d'ora in avanti non verrà più seguita la strada della gara d'appalto (tender) ma ci saranno solo trattative informali. Ancora una volta, il ministro torna a fare i nomi di aziende che si sono fatte avanti per avviare collaborazioni tecniche o commerciali come l'italo-svizzera Duferco e le ucraine Donetssksteel e Metinvest.
Con oltre 5.000 dipendenti a pieno regime, la ex US Steel Serbia è una delle aziende più grandi del paese, anche se in un primo momento saranno molto pochi quelli che effettivamente torneranno in stabilimento. Negli otto anni di gestione statunitense, forte di una capacità produttiva annua di 2,2 milioni di tonnellate di acciaio grezzo, il valore delle esportazioni dell'acciaieria (i prodotti sono HRC e CRC) ha rappresentato il 15% dell'export annuo di tutta la Serbia.