Secondo quanto riportano i media canadesi, è improbabile che il governo canadese accetti le quote o altri limiti sulle importazioni in cambio dell’esclusione dalle tariffe della Section 232.
In un’intervista con il quotidiano Globe and Mail, il ministro degli affari esteri canadese Chrystia Freeland ha dichiarato che il governo si sta impegnando a trovare una soluzione in cui le tariffe di Stati Uniti e Canada non siano necessarie.
“È estremamente semplice”, ha affermato la Freeland. “Dal mio punto di vista, si potrebbe risolvere subito. Il problema è che ciascuno alza i dazi nei confronti dell’altro”.
Una fonte del governo canadese ha riferito al quotidiano che, nonostante il governo si opponga a qualsiasi tipo di quote, potrebbe comunque prendere in considerazione l’ipotesi di una quota con un volume talmente alto da essere praticamente irraggiungibile.
Un articolo apparso sul quotidiano Canadian Press ha citato una fonte che descrive il sistema di quote proposto come “ridicolo”. Altre fonti sostengono che le quote potrebbero ancora essere un'alternativa, ma hanno sottolineato che l'amministrazione Trump è fermamente intenzionata a completare i negoziati prima delle elezioni di metà mandato del 6 novembre.
Carlo Dade, della Canada West Foundation, ha dichiarato ai media che il fatto che il rappresentante del commercio americano Robert Lighthizer “non ami particolarmente il Canada” complica i negoziati.
Tuttavia, la pressione per una conclusione dell’accordo è forte negli Stati Uniti, con i senatori e i rappresentanti repubblicani che sottolineano i danni alle industrie all'interno dei loro stati e distretti a causa dei dazi di ritorsione.
“Il paese desidera che il presidente elimini tali tariffe e ponga fine alle ritorsioni da parte del Messico e del Canada, in particolare alle contromisure contro l’industria agricola degli Stati Uniti", ha detto alla CBC l'avvocato americano del commercio internazionale Dan Uczjo. “È nostro dovere far sì che il presidente comprenda il dolore inflitto da queste tariffe durante la sua campagna in Iowa, Ohio e in altre regioni colpite degli Stati Uniti”.