Le economie dell'UE e dell'Occidente in generale dovrebbero aver toccato il fondo dopo il secondo trimestre di quest'anno, tuttavia gli indicatori di fiducia segnalano una ripresa molto lenta e incerta. Lo ha affermato Alessandro Sciamarelli, direttore della ricerca economica e delle analisi di mercato di EUROFER, durante la quindicesima edizione dell'evento "New Horizons in Steel Markets" organizzato da SteelOrbis. La seconda ondata della pandemia, ha sottolineato Sciamarelli, sta già gettando un'ombra sulla ripresa nel quarto trimestre di quest'anno. Sulla base dei dati disponibili fino a ottobre di quest'anno, gli indicatori di fiducia nell'UE sono crollati ad aprile, per poi rimbalzare fortemente a giugno e rimanere stagnanti a settembre e ottobre a causa della recrudescenza dei casi di Covid-19. Nel frattempo, mentre la crescita della produzione manifatturiera è rimasta sostenuta, l'attività del settore dei servizi ha continuato a deteriorarsi. Le acciaierie sono state in grado di continuare a produrre dopo il rimbalzo del terzo trimestre, mentre le attività di altri settori sono rimaste depresse e deboli. Secondo le ultime previsioni, quest'anno il PIL dell'UE diminuirà di oltre il 7%. Tuttavia, Sciamarelli ha sottolineato che la crescita del PIL aveva già perso slancio nel corso del 2019, prima del previsto calo nel primo trimestre di quest'anno e del crollo record nel secondo trimestre (in tutti i casi su base annua).
In effetti, ha spiegato Sciamarelli, i settori che utilizzano acciaio nell'UE erano già stati colpiti nel 2019 dal peggioramento delle condizioni nel commercio globale e dall'indebolimento del ciclo produttivo. La produzione nei settori utilizzatori ha subito un considerevole rallentamento nel 2019 e questa tendenza è culminata in cali record nel secondo trimestre dell'anno in corso, a causa degli effetti della pandemia. Mentre la produzione automobilistica ha registrato un calo record del 44% nel secondo trimestre, il settore delle costruzioni è stato il più resiliente. I portafogli ordini hanno seguito un andamento simile. Secondo le ultime previsioni di EUROFER, la produzione automobilistica diminuirà del 20,6% quest'anno e aumenterà del 18,1% nel 2021, mentre la produzione delle costruzioni diminuirà del 3,6% quest'anno e aumenterà del 5% l'anno prossimo. Sebbene le concessionarie di automobili abbiano riaperto dopo la revoca delle misure di lockdown intorno a giugno, la domanda dei consumatori nell'UE non si è ancora ripresa e il mercato è destinato a rimanere depresso fino alla fine di quest'anno a causa della seconda ondata di Covid-19 e delle nuove restrizioni. Allo stesso tempo, Sciamarelli ha ricordato che molti governi dell'UE hanno annunciato che daranno impulso al completamento di progetti di edilizia pubblica e infrastrutture che si prevede sosterranno il settore delle costruzioni nel medio termine.
L'analista di EUROFER ha osservato che la produzione di acciaio grezzo nell'UE non è mai tornata ai livelli precedenti la crisi del 2008-2009, ed anzi è diminuita nel lungo termine, scendendo del 6% su base annua nel 2019. Allo stesso tempo, altre regioni hanno continuato ad aumentare la loro capacità e produzione di acciaio. Sciamarelli ha affermato che l'industria siderurgica dell'UE è stata duramente colpita dallo scoppio della pandemia. Le aziende siderurgiche sono state costrette a ridurre la produzione di oltre il 22% in media su base annua tra marzo e settembre, mentre gli ordini sono diminuiti di un massimo del 26%. Il consumo apparente è in calo dall'inizio del 2019, riflettendo l'andamento negativo della domanda di acciaio e la tendenza a destoccare. Il consumo apparente è diminuito del 5,3% nel 2019 e dovrebbe crollare del 14,6% quest'anno, mentre è atteso un rimbalzo del 13,1% nel 2021. Anche la domanda dei consumatori è diminuita ed è improbabile che mostri un recupero almeno finché il mercato del lavoro non si sarà ripreso e questo secondo Sciamarelli potrebbe accadere soltanto dal secondo trimestre del 2021. L'analista ha affermato che anche le importazioni sono diminuite nell'UE, soprattutto nel quarto trimestre dello scorso anno e nel primo trimestre del 2020, a causa della salvaguardia UE. Ciononostante, nel secondo trimestre di questo'anno il calo dell'import è stato inferiore al calo dei consumi. Sciamarelli ha sottolineato infine che nonostante i volumi di importazione siano diminuiti a causa della scarsa domanda, la quota dell'import sulla domanda complessiva di acciaio è rimasta storicamente elevata.
Stefano Gennari