Sandrini (Assofermet Acciai): senza Taranto l'Italia sarà il primo mercato di importazione nell'UE

venerdì, 15 novembre 2019 12:38:17 (GMT+3)   |   Brescia
       

L'Italia rischia di diventare il primo mercato di destinazione della sovrapproduzione di acciaio dei mercati emergenti. A dirlo è Tommaso Sandrini, presidente di Assofermet Acciai, che in un'intervista concessa a "Il Sole 24 Ore" ha espresso la sua opinione sull'impatto che la crisi dell'ex Ilva avrà nel breve e nel lungo periodo sul mercato siderurgico italiano ed europeo. Sandrini ha innanzitutto sottolineato che il mercato non è rimasto in attesa e già da una decina di giorni «ci siamo tutti mossi pesantemente per ricoprire le nostre posizioni con altri operatori». Nel breve periodo il sistema distributivo italiano dovrebbe riuscire a compensare l'effetto negativo delle vicende legate all'impianto tarantino, che già negli ultimi giorni hanno causato un aumento dei prezzi pari ad almeno l'8% in tutta Europa. Certo è che produttori come Tata Steel, ThyssenKrupp, SSAB, Salzgitter e la stessa ArcelorMittal approfitteranno dell'assenza di Taranto per aumentare le vendite verso i consumatori italiani. «Fortunatamente - ha aggiunto Sandrini - siamo diversificati su più operatori, e non siamo Ilva-dipendenti, come invece avviene per esempio in Germania, dove ThyssenKrupp è dominante».

La situazione tuttavia potrebbe aggravarsi nel giro di tre mesi. L'Italia è il secondo paese in Europa per consumo di acciaio e se a produrre dovesse restare soltanto Arvedi (con 4,5 milioni di tonnellate), non si riuscirebbe a soddisfare la domanda interna. «Rimanere senza un operatore domestico che possa vedere nel mercato interno il suo nucleo di fornitura - ha spiegato Sandrini - è un danno per tutta la filiera, a maggior ragione se dovesse invertirsi il ciclo negativo. Il mercato è globale, ma ragiona per centri concentrici». Per il presidente di Assofermet Acciai «non poter contare su un operatore che vede nel mercato italiano il suo mercato è un problema, sia per la continuità della fornitura sia per i prezzi». Il forte rischio è quello di diventare «subalterni agli operatori stranieri». I trasformatori e gli utilizzatori finali dovranno fare ricorso in misura maggiore anche alle importazioni da Paesi Terzi, scontrandosi peraltro con la salvaguardia UE sulle importazioni di acciaio. Sandrini ha ricordato che «i contingenti in molti casi hanno già raggiunto i livelli massimi» e ha aggiunto di aspettarsi che l'Italia nel contesto europeo «sia il paese destinato ad assorbire la quota maggiore del materiale compratori fuori dall'Europa».

Stefano Gennari


Articolo precedente

Romania, coils laminati a caldo: produttore taglia i prezzi a causa delle difficoltà commerciali

19 apr | Piani e bramme

Europa, coils a caldo: prezzi ancora in calo ma potrebbero aver raggiunto il minimo, prezzi importazioni stabili

19 apr | Piani e bramme

Messico, coils a caldo: in aumento il consumo in Messico a febbraio

19 apr | Notizie

Messico, lamiera: in calo il consumo a febbraio

19 apr | Notizie

India, coils zincati: prezzi perlopiù stabili, accordi limitati dalle richieste basse

18 apr | Piani e bramme

Cina, HDG: salgono i prezzi export a causa degli aumenti dei prezzi locali e dei futures

18 apr | Piani e bramme

Pakistan, coils laminati a caldo: i prezzi registrano andamenti diversi

18 apr | Piani e bramme

Brasile, coils zincati: prezzi export in calo

18 apr | Piani e bramme

Emirati Arabi, coils a caldo: gli acquirenti ritardano ancora gli acquisti, le offerte di importazione sono ...

17 apr | Piani e bramme

Cina, coils a freddo: prezzi export in rialzo grazie al miglioramento del sentiment locale

17 apr | Piani e bramme