Salvaguardia Ue: già esaurite le quote per alcuni prodotti

martedì, 28 settembre 2021 17:46:28 (GMT+3)   |   Brescia
       

«Sarà il nuovo D-Day», è il commento sintetico di un trader alla domanda su cosa accadrà il 1° ottobre, quando nell'Ue saranno rese disponibili le quote di salvaguardia del quarto trimestre. Ingenti volumi di acciaio sono fermi nei porti italiani da settimane: 500.000 tonnellate di prodotti piani proverrebbero dalla sola India, secondo quanto riferito a SteelOrbis. E proprio l'India avrebbe dato il la alla forte congestione osservata nelle scorse settimane. «Più che congestione lo chiamerei collasso – ha commentato Gianni Alberti, titolare di Seaway, società specializzata nella logistica di prodotti siderurgici –. Non era mai successo che le navi cambiassero porto, se non per motivi contingenti, come situazioni atmosferiche particolari. Alcune nostre navi da Marghera sono state dirottate a Monfalcone, Trieste, Koper». Oltre all'India, sembra che anche la Turchia possa esaurire in tempi rapidi diversi contingenti tariffari, per esempio quelli relativi a coils laminati a caldo e HDG. Nel caso degli HRC indiani, già dal 1° ottobre gli importatori dovranno pagare un dazio che secondo le stime ammonterà «tra il 15 e il 20 per cento». Anche i lunghi, vergella e tondo nello specifico, avrebbero esaurito le quote del trimestre in arrivo, anche se in tempi recenti. Ma, allo stesso tempo, ha voluto rassicurare Alberti, ci sono prodotti per i quali la clientela può restare relativamente tranquilla: «Per i fogli rivestiti di metallo (cat. 4.B) provenienti dalla Cina, la quota trimestrale ammonta a 118.600 tonnellate circa e lo scorso trimestre è stata esaurita il 26 agosto, pertanto si può ipotizzare che si ripresenti la stessa situazione adesso e che quindi non sia indispensabile sdoganare già il 1° ottobre». Ciò non di meno, la situazione in generale resta critica: a causa della salvaguardia, ha spiegato ancora il titolare di Seaway, «i nostri clienti hanno i magazzini vuoti e non sono in grado di far fronte agli ordini che ricevono. Parlo di centri di servizio, ma anche e soprattutto di utilizzatori, di chi produce per poi esportare». Ad esempio «manca la banda stagnata destinata alla produzione di barattoli e quella che viene prodotta in Europa non è sufficiente per coprire il fabbisogno. O, ancora, la carenza di lamierino magnetico, che serve per i motori, ha frenato tantissimo la distribuzione di auto». A tutto ciò si aggiungono gli ormai ben noti problemi del fortissimo aumento dei tassi di nolo e della carenza di camion. 

L'import sta avendo da qualche settimana un impatto negativo sui prezzi dei coils in Europa. I produttori europei contavano di riuscire a resistere alle pressioni ribassiste considerato che l'offerta resta limitata, con tempi di consegna pari a due/tre mesi. Tuttavia, i compratori hanno ridotto le richieste in attesa di capire cosa succederà esattamente dopo il 1° ottobre. Inoltre, la domanda del settore auto continua a risentire della carenza di semiconduttori a livello globale, un problema che ora ha iniziato a raffreddare anche la produzione di elettrodomestici. In questo contesto, i prezzi di transazione in Italia sono calati ulteriormente nell'ultima settimana, passando da 970-1.020 €/t a 960-1.000 €/t franco produttore. Allo stesso tempo, nel Nord Europa le quotazioni sono scese da 1.040-1.090 €/t a 1.040-1.070 €/t franco produttore.

Stefano Gennari


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