È «poco responsabile» e «priva di buonsenso» la decisione della Commissione europea di estendere le misure di salvaguardia Ue sulle importazioni di acciaio fino al 30 giugno 2024. Lo ha affermato Assofermet Acciai, che ha anche criticato la scelta di ridurre la percentuale di incremento annuale dei contingenti tariffari dal 5% al 3%.
La decisione di prolungare la salvaguardia secondo Assofermet Acciai è ingiustificata «alla luce dell'odierno andamento di mercato della siderurgia Ue, profondamente diverso da quello di inizio 2020». Inoltre, «giunge a soli 19 giorni dalla scadenza delle misure tuttora in vigore, confermando in tal modo un totale disallineamento temporale rispetto ai lunghi lead time dei produttori Ue che arrivano in diversi casi anche a 5-6 mesi. È doveroso sottolineare che molti importatori hanno iniziato a concludere accordi di fornitura con le acciaierie extra Ue, per gli arrivi nel secondo semestre 2021, già nel mese di marzo 2021».
Assofermet Acciai – che rappresenta le imprese italiane del commercio, della distribuzione e della prelavorazione di prodotti siderurgici – ritiene che il provvedimento avrà un impatto drammatico sull'intero sistema economico dell'Ue, minando la ripresa post-COVID-19. Come altre volte nei mesi scorsi, l'associazione ha lamentato il fatto che la Commissione «persiste nel tutelare gli interessi del solo comparto dei produttori siderurgici, dimenticandosi degli utilizzatori di acciaio e dei consumatori finali».
Nell'avviso inoltrato al WTO si legge che la Commissione Ue, per giungere alla decisione di prorogare le misure, ha analizzato i dati del periodo 2018-2020. Secondo Assofermet Acciai, tuttavia, questa valutazione non considera «la previsione relativa agli anni 2021 e 2022, quando ragionevolmente assisteremo ad un significativo incremento dei consumi».
L'associazione ha aggiunto che il rialzo dei prezzi è «una diretta conseguenza dell'atteggiamento speculativo» dei produttori siderurgici che negli «ultimi anni hanno insistentemente richiesto di erigere anacronistiche e controproducenti misure di protezione» del mercato.
In conclusione, Assofermet Acciai sostiene che le barriere protezionistiche debbano essere rimosse totalmente e che solo grazie a maggiori flussi di acciaio provenienti da paesi terzi sarà possibile soddisfare la crescente domanda dei mercati Ue e garantire la tenuta del sistema.
Stefano Gennari