Alla fine di dicembre, le autorità russe hanno approvato una modifica alle restrizioni all'esportazione di rottami ferrosi. L'aliquota del dazio all'esportazione è rimasta al livello del 5%, tuttavia il valore fiscale minimo è stato aumentato da 5 €/t a 45 €/t. Le nuove restrizioni saranno valide per 180 giorni dall'entrata in vigore del documento. Alcune fonti hanno affermato che il dazio riguarderà le spedizioni a partire dal 1° febbraio.
La decisione di mantenere il livello del dazio al 5% ma di aumentare la soglia di valore a cui esso si applica è intesa a riflettere l'aumento dei prezzi globali del rottame verificatosi a partire dall'inizio di ottobre. La misura mira sia a garantire che siano soddisfatte le esigenze dei produttori russi di acciaio sia a limitare l'aumento dei prezzi degli acciai strutturali e dei prodotti utilizzati nel settore automobilistico, tra gli altri.
Gli operatori del settore del rottame stanno ora cercando di valutare le conseguenze di questa nuova restrizione. Alcuni prevedono che a medio termine le misure sosterranno un ulteriore incremento dei prezzi della materia prima a livello internazionale. Altri non si aspettano grosse diminuzioni nei volumi esportati dalla Russia, ma credono che i prezzi d'acquisto locali diminuiranno per gli esportatori poiché i loro margini si ridurranno. «Prima erano minimo 5 €/t, ora sono 45 €/t, quindi gli esportatori punteranno a pagare meno per preservare i loro margini – ha spiegato una fonte –. Questo darà alle acciaierie in Russia un certo spazio con gli esportatori e per sentirsi un po' più sicuri di ottenere il materiale di cui hanno bisogno. Tra l'inizio di dicembre e i primi di gennaio i prezzi di acquisto degli esportatori nella regione baltica della Russia sono aumentati di 64-68 $/t.