Le autorità russe stanno valutando di inasprire le restrizioni alle esportazioni di rottame, poiché ritengono che l'attuale aliquota del dazio non sia stata sufficiente a garantire un'adeguata offerta interna e ad impedire eccessivi livelli di esportazione.
A partire dal 31 gennaio di quest'anno è stato applicato un dazio del 5%, con un valore fiscale minimo di 45 euro la tonnellata, sulle esportazioni di rottami dalla Russia per un periodo di 180 giorni. Il Ministero dell'Industria e del Commercio ha ammesso che la misura ha contribuito a ridurre le esportazioni nel periodo febbraio-marzo di quest'anno, tuttavia non si è dimostrata efficace nell'aprile di quest'anno a fronte dell'enorme aumento dei prezzi registrato nel mercato globale e in Turchia in particolare. Secondo i dati forniti, nell'aprile di quest'anno le spedizioni di rottami dalla Russia hanno raggiunto 75.400 tonnellate, rispetto alle 24.800 tonnellate di marzo.
Oggi il Ministero propone di aumentare l'aliquota minima a 90 €/ton per un periodo di 180 giorni. Lo stesso Ministero stima che non ci saranno effetti negativi sui livelli di raccolta, tenendo conto che nel primo trimestre di quest'anno il consumo di rottame a livello locale è aumentato del 13,5%, mentre la raccolta è migliorata dell'11%.
Fonti di mercato ritengono che ci siano buone possibilità che la proposta venga adottata. «Dovremmo vedere tra due settimane quanto sia logico imporre il dazio dopo che l'attuale di € 45/t scadrà il 31 luglio 2021. Per questo, la dichiarazione deve essere pubblicata ufficialmente 30 giorni prima» ha spiegato un operatore russo.