ORI Martin: territorio ed economia circolare tra i punti cardine del primo bilancio di sostenibilità

mercoledì, 16 dicembre 2020 16:13:31 (GMT+3)   |   Brescia
       

Attenzione al territorio, economia circolare, recupero di energia e sviluppo di energie rinnovabili; ma anche innovazione di prodotto e di processo. Sono questi i punti cardine del primo "Bilancio di Sostenibilità" di ORI Martin, gruppo bresciano che produce acciai di qualità. Il documento, presentato oggi 16 dicembre in videoconferenza, fa riferimento al 2019, anno in cui il 76% dei rifiuti è stato inviato a recupero e in cui ORI Martin ha prodotto, in oltre 200 qualità, 674.456 tonnellate di acciaio riciclando rottame. Lo scorso anno la società ha prodotto 428 milioni di valore generato e 369 milioni di valore distribuito agli stakeholder (fornitori, dipendenti, Pubblica Amministrazione, comunità); 429 le persone, di cui 24 donne; 8.740 le ore complessive di formazione erogate ai dipendenti; 82.750 i Giga Joule di calore che sono stati recuperati e ceduti al Teleriscaldamento della città di Brescia e che riscaldano ogni inverno oltre 2000 famiglie.

Elaborato secondo le linee guida degli Standard GRI (Global Reporting Iniziative), il "Bilancio di Sostenibilità 2019" permette a ORI Martin di offrire «il massimo della trasparenza, al pari di un'azienda quotata», ha sottolineato il presidente Uggero de Miranda a inizio conferenza. La società lo scorso anno ha utilizzato oltre 750.000 metri cubi di acqua da tre diversi pozzi, consumando 2,6 milioni di GJ di energia, in calo del 6% rispetto all'anno precedente. Nel 2019, ha ricordato la Sustainability Manager Carolina de Miranda, ORI Martin ha concluso un accordo della durata di cinque anni (PPA) per l'acquisto di energia prodotta da un parco fotovoltaico in costruzione in Sardegna, che consentirà di utilizzare poco meno di cento GWh all'anno generati da energie rinnovabili.
Sempre sul fronte degli impatti, ORI Martin dal 2018 è allacciata, per mezzo di una conduttura interrata di 5 chilometri, ad un ossigenodotto che consente di evitare la liquefazione dell'ossigeno con un risparmio di 4000 tonnellate di Co2 annue e di evitare il transito di circa 1250 automezzi all'anno con circa 270 tonnellate di emissioni di Co2 risparmiate. «Per un'azienda come la nostra, con un forte impatto ambientale – ha affermato il presidente de Miranda –, è sempre stato importante trovare il giusto equilibrio e approccio rispetto alla situazione esterna allo stabilimento. L'"impatto zero" non esiste nemmeno con le migliori tecnologie disponibili, ma gli sforzi dell'azienda sono tesi a migliorare nel tempo le prestazioni e la propria carbon footprint». Questo lavoro «sarà ancora più importante nei prossimi anni in vista della forte riduzione a livello europeo dell'impatto climatico con obiettivi da raggiungere entro il 2030 ed entro il 2050». 

Far parte di una comunità significa contribuire al miglioramento del contesto in cui si lavora: ORI Martin ha così investito nella realizzazione di più di 3 chilometri di piste ciclabili, nella dotazione di una stazione di Bike Sharing, di un'area di 40.000 metri quadri, ceduta gratuitamente alla città, per realizzare un parco pubblico completato nel 2020. L'azienda sostiene inoltre da quarant'anni numerose associazioni che operano in ambito culturale, artistico e sociale.

In chiusura, il presidente Uggero de Miranda e il consigliere Giovanni Comboni hanno rivelato che per il 2020, anno iniziato in modo problematico ancor prima dell'emergenza Covid-19, l'azienda si aspetta una riduzione del fatturato pari al 20%. «Nell'ultimo trimestre – ha spiegato de Miranda, è ripartita la domanda, ma non sappiamo quanto possa durare questa situazione dal momento che siamo legati in particolare alla produzione automotive e meccanica europea. Germania e Francia durante il periodo di lockdown erano andate avanti meglio di noi, ma oggi anche questi paesi stanno subendo forti ripercussioni a causa della pandemia». 

«Stiamo assistendo a una fiammata dei prezzi delle materie prime, con il minerale che ha raggiunto valori molto alti e che si riflette anche sul costo del rottame che noi utilizziamo per produrre – ha continuato de Miranda –. Purtroppo, oltre a una problematica legata ai volumi, c'è quindi anche quella dei costi che stanno salendo. Anche l'energia, che si era attestata su valori molto bassi durante il lockdown, adesso è cresciuta per una serie di fattori legati soprattutto al fatto che in Ue si sta puntando alla decarbonizzazione». ORI Martin gode di una «situazione finanziaria solida, ma le prospettive per l'anno venturo non sono particolarmente rosee» ha concluso. 


Uggero de Miranda, Presidente ORI Martin.

Stefano Gennari