Secondo l'Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OECD) ci sono chiari segnali che la siderurgia mondiale si sta risollevando dalla peggior crisi da cinquant'anni a questa parte, anche se la situazione rimane variegata ed instabile. Lo ha annunciato Risaburo Nezu, presidente del comitato acciaio dell'organizzazione.
Nezu ha evidenziato che la domanda da parte dei settori industriali di sbocco (automotive, edilizia, elettrodomestici, ecc.) è sensibilmente migliorata nel 2010, dopo il crollo del 2008-2009.
Secondo i dati presentati, la domanda mondiale di acciaio nel III trimestre del 2010 ha portato la stima di consumo annuo a 1,4 miliardi di tonnellate (+6% sui livelli pre-crisi del II trimestre 2008). La produzione siderurgica mondiale di 1,046 miliardi di tonnellate dei primi nove mesi del 2010 è invece in crescita del 20% rispetto allo stesso periodo del 2009.
Nezu ha sottolineato che i paesi asiatici, in particolar modo l'India e la Cina, sono usciti più rapidamente dalla recessione grazie a pacchetti di stimoli e ad una forte domanda interna, mentre quelli europei e l'area NAFTA hanno subito le conseguenze più pesanti, con il risultato che queste siderurgie necessiteranno di più tempo per riprendersi.
Riguardo alle previsioni future, Mr. Nezu si è così espresso: "Le previsioni per la domanda di acciaio rimangono incerte nel breve termine, ma l'OECD attende una crescita graduale nel corso del 2011 e del 2012, dopo che nella seconda metà del 2010 si è verificata una piccola ricaduta. I tassi di crescita delle economie emergenti rimarranno sostenuti nei prossimi due anni (ad esempio attorno al 10% in Cina e sopra l'8% in India). Tuttavia permangono forti minacce all'economia globale, che dovrà fare i conti con dissesti finanziari, bilanci in rosso, problemi di credito e tensioni negli scambi internazionali".
Secondo Worldsteel la domanda mondiale di acciaio dovrebbe crescere del 5,3% nel 2011.
Il presidente del comitato acciaio di OECD ha confermato che gli incrementi di capacità produttiva hanno totalizzato negli ultimi dieci anni 814 milioni di tonnellate, portando la capacità produttiva mondiale nel 2010 a 1,89 miliardi di tonnellate annue. Di queste circa 300 milioni sono in eccesso e minano la salute del settore siderurgico.
Nezu ha concluso il suo intervento ricordando che la riscossa dell'economia globale ha portato ad una corsa mondiale alle materie prime siderurgiche, alcune delle quali hanno visto schizzare i prezzi a nuovi record storici.