Secondo quanto riportato nell’ultimo rapporto sulle previsioni economiche pubblicato a giugno dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), le prospettive dell’economia globale stanno peggiorando, a causa delle crescenti barriere commerciali, del restringimento delle condizioni finanziarie e dell’accentuata incertezza a livello di politiche economiche, tutti fattori che avranno un impatto negativo sulla crescita.
Il rapporto evidenzia che l’economia mondiale è passata da una fase di crescita resiliente e inflazione in calo a un percorso più incerto. L’attuale clima di incertezza politica sta indebolendo il commercio e gli investimenti, riducendo le prospettive di crescita. L’aumento dei costi legati agli scambi, soprattutto nei paesi che hanno introdotto nuovi dazi, potrebbe inoltre alimentare ulteriori pressioni inflazionistiche. Secondo l’OCSE, l’inflazione potrebbe rimanere elevata più a lungo del previsto. Sul fronte positivo, un allentamento anticipato delle recenti barriere commerciali potrebbe favorire la crescita economica e contribuire ad attenuare l’inflazione. Una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina e delle tensioni in Medio Oriente rappresenterebbe inoltre un elemento di rafforzamento della fiducia e degli incentivi agli investimenti.
L’OCSE prevede ora una crescita del PIL globale pari al 2,9% sia nel 2025 che nel 2026, in calo rispetto al 3,3% indicato nel rapporto di dicembre. Il rallentamento dovrebbe essere più marcato negli Stati Uniti, in Canada, Messico e Cina, mentre per le altre economie si prevede una revisione al ribasso più contenuta.
Negli Stati Uniti, la crescita del PIL è attesa in calo dal 2,8% del 2024 all’1,6% nel 2025 e all’1,5% nel 2026. Nell’eurozona, al contrario, la crescita dovrebbe rafforzarsi leggermente, dallo 0,8% del 2024 all’1% nel 2025 e all’1,2% nel 2026. In Cina, la crescita è prevista in moderazione, passando dal 5% nel 2024 al 4,7% nel 2025 e al 4,3% nel 2026. Nei Paesi OCSE, infine, la crescita del PIL è stimata all’1,4% nel 2025 e all’1,5% nel 2026.