In occasione della novantaduesima seduta tenutasi il 19 e 20 settembre, il Comitato Acciaio dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha discusso i crescenti rischi che incombono sulle prospettive del mercato dell’acciaio e i modi per rispondere all’emergere di una crisi, causata da fattori quali l’aumento dei costi energetici e la crescente capacità in eccesso. Il comitato ha inoltre discusso l’impatto della guerra tra Russia e Ucraina. Ha espresso preoccupazione per la forte contrazione dei mercati mondiali dell'acciaio e ha sottolineato la necessità di prevenire l’emergere di una potenziale crisi dell’acciaio nel breve e medio termine, aggravata dal caro energia, ma anche da una serie di fattori inflazionistici.
Il comitato ha sottolineato che l’industria siderurgica mondiale sta affrontando crescenti rischi di recessione, in particolare come conseguenza della guerra in corso in Ucraina. Il consumo globale di acciaio ha subito una significativa contrazione, mentre la redditività dei produttori siderurgici è messa a dura prova dal forte calo dei prezzi dell’acciaio e dall’impennata dei costi dell’energia causata dagli effetti della guerra in Ucraina. È stato affrontato anche l’impatto delle sanzioni introdotte da diversi paesi dell’OCSE, la contrazione della produzione di acciaio in Russia, ma anche alcune preoccupazioni circa il potenziale aggiramento commerciale di tali misure. Altri fattori negativi per i mercati internazionali sono la forte e prolungata contrazione del settore immobiliare cinese, che sta contraendo il consumo di acciaio.
Ad aggravare le pressioni sull’eccesso di offerta, c’è stata una rapida crescita della nuova capacità di produzione di acciaio grezzo in altre parti del mondo, soprattutto in Medio Oriente, Asia meridionale e Sudest asiatico. Il Comitato ha dichiarato che la capacità siderurgica globale dovrebbe aumentare nel 2022 per il quarto anno consecutivo, con un incremento da 30 milioni di tonnellate a 2,45 miliardi di tonnellate. La capacità aggiuntiva di 144 milioni di tonnellate che potrebbe entrare in funzione nel 2023-25 costituirà un’ulteriore preoccupazione. Poiché si prevede che l’eccesso di capacità aumenterà nei prossimi anni, con una domanda di acciaio debole e un ulteriore aumento della capacità siderurgica, è stata discussa la necessità di astenersi da misure che potrebbero aggravare le pressioni sull’offerta nei mercati – tra cui sussidi e altre misure di sostegno che stimolano la produzione di acciaio, obiettivi di produzione e di capacità, che probabilmente supereranno le prospettive della domanda – e politiche commerciali restrittive sulle materie prime. La commissione ha inoltre osservato che occorre mettersi al lavoro per garantire che il sostegno politico per incoraggiare la produzione di acciaio a basse emissioni di carbonio non porti ad aumenti netti di capacità che contribuirebbero all’eccesso di capacità globale e all’attrito commerciale.