Eurofer, l'associazione dei produttori siderurgici europei, insieme ai rappresentanti delle altre industrie ad alta intensità energetica dell'Ue, ha rilasciato una dichiarazione congiunta sulle questioni di cui tener conto negli obiettivi di emissione dell'Unione. In vista dell'imminente votazione della commissione ambiente (ENVI) del Parlamento europeo sul sistema di scambio di quote di emissioni (ETS) e sul meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) prevista per il 17 maggio, le industrie ad alta intensità energetica hanno esortato i membri del Parlamento europeo a concentrarsi su parametri di riferimento realistici, livelli di assegnazione gratuita sufficienti, interazione prudente tra ETS e CBAM, misure efficaci per costi indiretti e costi sproporzionati.
Secondo le industrie ad alta intensità energetica, è essenziale che l'attuazione del pacchetto Fit for 55 e in particolare dell'ETS e del CBAM raggiungano gli obiettivi climatici concordati per il 2030, ma che al contempo siano sostenuti gli investimenti delle aziende, «preservando efficaci misure di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio ed evitando costi sproporzionati, chiusure di capacità e perdite di posti di lavoro».
«Sebbene la transizione climatica dell'Ue abbia anche assunto una dimensione geopolitica più ampia dall'invsione russa dell'Ucraina, la sua attuazione a breve e medio termine per l'industria dell'Ue è più impegnativa che mai – si legge ancora nella dichiarazione –. L'impennata dei prezzi dell'energia e del carbonio, l'inflazione elevata e la carenza di materie prime hanno portato a tagli della produzione e le fermate potrebbero causare ulteriori interruzioni nel prossimo futuro».