Secondo quanto affermato dal ministro dell’acciaio indiano Chaudhary Birenda Singh, l’industria siderurgica indiana non deve “farsi prendere dal nervosismo” dall’intenzione da parte degli Stati Uniti di porre fine al trattamento commerciale preferenziale per India e Turchia. Fonti sostengono che il governo indiano stia lavorando ad una “risposta appropriata” e che ci sia ancora tempo per proporre “misure di ritorsione” dal momento che i benefici hanno una durata di ancora 60 giorni.
Le fonti osservano che l’export di prodotti siderurgici d’ingegneria verso gli Stati Uniti ha le maggiori probabilità di subire un contraccolpo dalla fine dei benefici. Il segretario indiano al commercio Anup Wadhawan ha dichiarato che “i benefici in senso assoluto e la percentuale degli scambi coinvolti sarebbe minima”, aggiungendo che “lo scorso anno l'India ha esportato beni negli Stati Uniti per un valore di 5,6 miliardi di dollari, godendo di soli 190 milioni di dollari di benefici”.
Tuttavia, secondo fonti locali, una sezione all'interno del ministero del commercio è contro la proposta statunitense e preme affinché il ministero imponga dazi più alti su 29 beni importati dagli Stati Uniti a partire dal 1° aprile 2019.
Sempre secondo le fonti, la proposta di aumentare i dazi sulle importazioni delle 29 categorie di prodotti era stata inizialmente messa in discussione nel momento in cui gli Stati Uniti hanno introdotto le tariffe della Section 232, ma era comunque stata tenuta in sospeso per permettere ai negoziati bilaterali di avere esito positivo. In ogni caso, tenendo conto che il governo americano sta diventando sempre più aggressivo sul piano commerciale, il governo indiano sta valutando la possibilità di applicare dazi superiori sulle merci importate dagli Stati Uniti.