Metinvest-Danieli, traballa il progetto del laminatoio a Trieste

giovedì, 20 gennaio 2022 12:30:23 (GMT+3)   |   Brescia
       

Sembra sia sfumato il progetto relativo al nuovo laminatoio Metinvest-Danieli che sarebbe dovuto sorgere nella zona delle Noghere a Trieste. Secondo diversi media, il motivo della rinuncia risiederebbe nei livelli di inquinamento dei terreni e nelle difficoltà nell'approvvigionamento di energia. 

In particolare, la zona dove si era pensato di costruire l'impianto è stata recuperata soltanto parzialmente e quindi sarebbero necessari cinque anni di lavoro per la bonifica. Pertanto, a pesare sulla scelta di Metinvest sarebbero state le tempistiche più che gli aspetti economici: l'acquisizione e il risanamento dell'area sono infatti garantiti da 60 milioni del Pnrr, che l'Autorità portuale investirà ugualmente per rendere la zona pronta a futuri insediamenti.

Sarebbero mancati inoltre gli allacci per il gas e l'elettricità necessari a far funzionare il laminatoio. Nell'area delle Noghere si deve portare la linea ad alta tensione: dal confronto con Terna, Metinvest e Danieli hanno appreso che ci sarebbero voluti cinque anni per fare arrivare i cavi allo stabilimento. Infine, i tempi sarebbero stati troppo lunghi anche per la costruzione del piccolo terminal portuale che avrebbe servito in via esclusiva l'impianto. 

Danieli e Metinvest avrebbero voluto mettere in funzione la prima linea industriale già nel 2024, cioè a due anni dalla costruzione. La rinuncia al progetto comporta il mancato arrivo a Trieste di un investimento da 700 milioni di euro, con cui le aziende avrebbero creato 450 posti di lavoro diretti e almeno 500 occupati nell'indotto.

Metinvest comunque non sembra aver ancora accantonato l'idea di investire in Italia. A inizio anno, infatti, il gruppo ucraino ha avviato a Ravenna un confronto simile a quello messo in campo per Trieste. Inoltre, non è ancora escluso che l'impianto possa sorgere in un'altra zona del Friuli-Venezia Giulia. «Non è ancora saltato nulla: ad oggi ci sono varie ipotesi di insediamento aperte e teniamo ancora aperta anche la possibilità delle Noghere, con i suoi punti di forza e di debolezza», ha dichiarato a Il Piccolo l'assessore alle Attività produttive della Regioe Fvg Sergio Bini, aggiungendo di essere «ottimista che si possa trovare una soluzione positiva per un investimento che non vale solo centinaia di milioni di euro, ma che ha grandi ricadute sul piano occupazionale». 


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