Stando a quanto mostrano le statistiche di Canacero, Inegi e altre fonti industriali, il dinamismo del consumo di acciaio, sostenuto dalla vigorosa importazione di prodotti finiti in Messico negli ultimi 14 mesi (da marzo 2023), è stato interrotto dalla burocrazia del governo federale con l’attuazione di nuove norme per l’importazione di prodotti siderurgici a partire dal 15 aprile.
A maggio il volume dei prodotti finiti importati è stato pari a 1,0 milioni di tonnellate (t), in calo del 15,8% su base annua. Secondo i dati dell’associazione siderurgica messicana Canacero esaminati da SteelOrbis, si tratta della diminuzione più significativa registrata negli ultimi 18 mesi.
Nel mese di maggio sono state importate in media giornaliera 32.500 t di prodotti siderurgici, ossia 6.100 t in meno rispetto alla media giornaliera dello stesso mese lo scorso anno. Rispetto ad aprile, invece, le importazioni sono state inferiori di 84.000 t su base giornaliera.
Rispetto a maggio dello scorso anno le importazioni sono diminuite di 189.000 t, mentre rispetto allo scorso aprile sono scese di 220.000 t.
In termini di valore, a maggio sono stati importati 2,56 miliardi di dollari, il 21,3% in meno su base annua. Rispetto al maggio dello scorso anno sono stati importati 22,0 milioni di dollari in meno su una media giornaliera, mentre rispetto allo scorso aprile il calo si attesta a 11,0 milioni di dollari.
La burocrazia del governo federale ha impedito che le entrate derivanti dalle imposte sul valore aggiunto o dai dazi sulle importazioni andassero a riempire le casse dello Stato. Inoltre, considerando i servizi nella catena del valore, l’imposta sul valore aggiunto, l’imposta sul reddito e sui benefici economici non sono più state riscosse a causa del dinamismo economico della logistica: consumo di carburante, alloggi, ristoranti e posti di lavoro (temporanei e permanenti).
Il 13 giugno SteelOrbis ha risposto all’appello di diversi industriali, avvisandoli del problema della carenza di acciaio dovuto alla lentezza del Ministero dell’Economia ad approvare le licenze di importazione derivanti dalle nuove norme per il settore siderurgico. Tra gli altri requisiti, ora è necessario fornire vari certificati sulla qualità dell’acciaio e sull’acciaieria che ha fuso quell’acciaio (denominazione e provenienza).
Il mese scorso alcuni imprenditori hanno riferito che diverse aziende hanno dovuto interrompere la produzione a causa della mancanza di acciaio: il materiale è stato fermato alle dogane messicane e non ha potuto raggiungere i rispettivi proprietari a causa della mancanza di autorizzazione da parte del governo federale.
Inoltre, le società che consumano acciaio stanno affrontando perdite economiche da milioni di dollari a causa degli elevati costi di stoccaggio alla dogana, poiché il governo non fornisce le autorizzazioni necessarie a immettere il materiale all’interno del paese.
«È cambiato tutto con l’arrivo di una spedizione navale a noi destinata: si trattava di piccolo ordine di 500 tonnellate, ma senza licenza la merce è rimasta bloccata nel porto di Manzanillo, che ha costi di stoccaggio molto elevati. La licenza di importazione ha infatti richiesto molto tempo, ed era più economico dichiarare la merce abbandonata che continuare a pagare per il deposito», ha dichiarato un imprenditore a SteelOrbis.
«Il costo dell’inefficienza del governo è brutale. Non era mai successo che la merce andasse perduta in tutta la storia dell’azienda. L’inettitudine del governo, che continua tutt’oggi, ci è costata circa 800.000 dollari finora, compresi i pagamenti di stoccaggio e la merce dichiarata abbandonata».
Secondo altri imprenditori andrebbe considerata anche la spesa che deriva dalle sanzioni economiche che i trasformatori sono costretti a pagare per le mancate consegne dei prodotti ai propri clienti.
L’impatto economico non è concluso, e le statistiche, che sono in ritardo di quasi due mesi, daranno un quadro migliore delle conseguenze della pessima performance della burocrazia messicana a settembre.
A maggio le importazioni più colpite dalla variazione percentuale su base annua sono state quelle da Taiwan, con una diminuzione del 54,5%, dalla Germania (-53,6%), dalla Cina (-39,4%), dal Giappone (-16,3%) e dagli Stati Uniti (-14,6%).
Al contrario, le importazioni dalla Corea del Sud sono aumentate del 15,1% e quelle dal Vietnam sono raddoppiate.
I maggiori venditori di acciaio in Messico, a maggio, sono stati gli Stati Uniti con un terzo del totale, poi la Corea del Sud con poco meno di un quinto, poi ancora il Giappone e infine la Cina con meno del 10% del totale.
Nel mese considerato, i prodotti finiti più colpiti sono state le barre d’acciaio, i piani inox e i coils laminati a caldo (HRC).