La paura è il killer, non il virus. Questo il primo messaggio che l'economista Emre Alkin ha voluto lanciare dal palco dello "SteelOrbis 2020 Spring Conference & 82nd IREPAS Meeting" in corso da ieri al 3 marzo a Belgrado. Se l'emergenza coronavirus si protrarrà fino ad aprile, ha continuato il prof. Alkin, il tasso di crescita del PIL globale diminuirà di 0,1 punti percentuali, mentre scenderà di 0,5 punti percentuali se l'epidemia durerà fino alla fine dell'anno. Inoltre, il volume degli scambi mondiali dovrebbe contrarsi dello 0,5% nel primo scenario e dell'1,5% nel secondo.
L'economista ha affermato che il percorso di crescita dei sette paesi emergenti - Brasile, Cina, Ungheria, India, Messico, Turchia e Russia - sarà più forte di quello dei paesi del G7. La prossima crisi secondo Alkin non arriverà da un paese emergente, bensì da uno dei paesi del G7. La crescita e il commercio globale viaggiano su percorsi paralleli, motivo per cui secondo Alkin dobbiamo prestare attenzione alle dispute tra Stati Uniti e Cina. Se le misure protettive dovessero restare in vigore o intensificarsi, ne risentirebbe la crescita del PIL globale. Per quanto riguarda il clima degli scambi dopo la Brexit, l'economista ha commentato che non è chiaro se il Regno Unito manterrà le quote in vigore attualmente nell'UE o se, piuttosto, firmerà accordi commerciali propri con i diversi partner commerciali.