Marcegaglia annuncia investimenti per 100-120 milioni di euro l'anno

venerdì, 17 maggio 2019 12:07:18 (GMT+3)   |   Brescia
       

Antonio Marcegaglia ha annunciato che il Gruppo Marcegaglia «spenderà da 100 a 120 milioni di euro l'anno in investimenti, più del doppio degli ultimi anni», grazie a un progressivo taglio dell'indebitamento negli ultimi anni. Investimenti che riguarderanno il nuovo laminatoio a freddo di Ravenna, due impianti di cogenerazione, la digitalizzazione, la logistica, l'efficientamento. E che non escludono la possibilità di crescere "per linee esterne": Marcegaglia non ha accantonato l'ipotesi di acquisizione di Acciaierie Speciali Terni (AST), con la quale si creerebbero forti sinergia industriali e commerciali. Riguardo ai risultati del 2018, il gruppo ha registrato per la componente Steel un fatturato di 5,6 miliardi di euro e un EBITDA di 386 milioni. Nonostante il 2019 si sia aperto all'insegna di un rallentamento e di una maggiore incertezza, nel primo trimestre i volumi di vendita del gruppo sono cresciuti del 2,5%, a 1,55 milioni di tonnellate, mentre il fatturato è salito del 3%, a 1,3 miliardi di euro. «Il sentiment degli operatori di mercato è negativo - ha spiegato Antonio Marcegaglia - ma ritengo che la percezione sia peggiore rispetto alla realtà. Il rallentamento non è così drammatico se consideriamo che nella prima parte dello scorso anno si era corso molto». 

Parlando della salvaguardia europea sulle importazioni di acciaio, in occasione di "Made in Steel", il presidente del gruppo con sede a Gazoldo degli Ippoliti (Mantova) ha detto che le misure stanno raggiungendo l'obiettivo di stabilizzare i flussi: è aumentato l'import di coils a caldo in Europa, ma «come Marcegaglia abbiamo contribuito a metà del totale di questi flussi: ciò è dovuto al fatto che lo scorso anno acquistavamo bramme da Ilva, ora per questa parte siamo tornati sul mercato». Infine, Marcegaglia ha detto di condividere la logica dietro le misure di salvaguardia, ma di ritenere che nel medio-lungo periodo il protezionismo non sia la risposta corretta: «Anche i risultati positivi registrati negli Stati Uniti dopo l'applicazione della Section 232 possono generare distorsioni che indeboliranno l'economia del paese».