Le autorità egiziane hanno recentemente apportato una modifica all'imposta aggiuntiva del 10% sulle importazioni, valida per un'ampia gamma di prodotti, compresi gli acciai finiti. La mossa ha portato a una disputa tra il governo e gli utenti finali, in particolare quelli che operano nel segmento dei piani dato che il dazio ha un impatto significativo sia sui loro costi sia sulla loro redditività. Con il recente emendamento, è stato deciso di fornire un'esenzione a costruttori e fabbricanti, inclusi i rilaminatori, i produttori di tubi, i centri di assistenza e le società di elettrodomestici e ingegneria. «Questa gamma di acquirenti esenti includerà in sostanza tutti gli importatori in Egitto, persino i commercianti con linee di taglio», ha commentato un operatore.
Si prevede che dopo questo sviluppo si assisterà a un incremento dell'import di coils a caldo (HRC) in Egitto, che nelle ultime due settimane era rimasto bloccato. Le acciaierie con sede in Turchia e nei paesi CIS saranno i primi a beneficiarne grazie alla loro prossimità geografica. Secondo una fonte «è positivo che i venditori dei paesi CIS godano di un'alternativa oltre alla Turchia e che quelli turchi possano prendere di mira l'Egitto oltre all'UE».
L'emendamento non riguarda solamente gli acciai piani, bensì anche i lunghi. Tuttavia, sulle importazioni di tondo per cemento armato e vergella non si prevedono effetti rilevanti dal momento che i segmenti sono già ben protetti da un dazio di salvaguardia del 25%. Tuttavia, gli importatori di acciai profilati potrebbero godere di maggiori opportunità.