«In tutta questa vicenda si ha l'impressione che si stia lavorando contro la nostra azienda». Così l'amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, Matthieu Jehl, secondo fonti presenti all'incontro di oggi presso il Ministero dello Sviluppo economico. Da parte sua il vicepremier e titolare del MiSE Luigi Di Maio ha replicato che «nessuno a questo tavolo vuole chiudere lo stabilimento di Taranto. Massima priorità al lavoro e alla sicurezza sul lavoro. Ci sono un morto e un sequestro della magistratura, non si possono accusare Governo e sindacati per questo».
Sono otto gli indagati per la morte di Cosimo Massaro, il gruista di ArcelorMittal precipitato in mare nel porto di Taranto il 10 luglio scorso mentre era al lavoro su una gru durante una tempesta. Il corpo, dopo tre giorni di ricerche, è stato ritrovato dai sommozzatori a sei metri di profondità. Tra gli indagati figurano il datore di lavoro e gestore del siderurgico di Taranto di ArcelorMittal, Stefan Michel Van Campe, e altri dirigenti e responsabili di reparto dello stabilimento.
Intanto, la Procura di Taranto, che indaga sulla morte di Massaro, potrebbe aprire una ulteriore inchiesta sull'incidente che si è verificato oggi nel reparto LAF dell'ex Ilva. Secondo quanto denunciato dall'USB, una pinza e un bozzello sono precipitati al suolo senza provocare feriti. La Procura è in attesa della relazione sull'accaduto dei tecnici dello Spesal.
«Solo per una casualità non sono stati coinvolti lavoratori perché pochi minuti prima la stessa gru caricava i rotoli su un camion e successivamente si apprestava a liberare la linea - ha dichiarato l'USB -. In queste condizioni - ha aggiunto - gli impianti dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto vanno fermati. Non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie affinché possano svolgersi le normali attività dei lavoratori perché gli impianti versano in uno stato vetusto, fatiscente e non vengono sottoposti ad operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria».
Stefano Gennari