Nella serata di giovedì 12 luglio uno dei sensori posizionati a controllo dei fumi dell'acciaieria della IRO di Odolo (Brescia) ha segnalato un "pre-allarme" per la presenza di radioattività. Subito è scattata la procedura d'emergenza con il personale addetto alla sicurezza, che ha avviato l'evacuazione dei lavoratori che teoricamente avrebbero potuto rischiare la contaminazione.
Nel contempo sono stati avvisati i vigili del fuoco che sono intervenuti prima da Salò, poi col reparto specializzato Nbcr (nucleare biologico, chimico e radiologico) da Brescia e da Milano.
L'area è stata sottoposta ai controlli dell'Arpa e nella mattinata di venerdì si è giunti alla conclusione che non c'era presenza di materiali radioattivi, ma che si trattava solo di contaminazione, a livelli molto bassi.
Ad ogni modo, mentre il laminatoio non ha mai cessato la produzione, è stato fermato il processo di fusione continua del rottame per la produzione d'acciaio.
L'acciaio prodotto prima del fermo produzione non presenterebbe tracce di radioattività.
Da quanto è stato ricostruito, probabilmente la piccola quantità di materiale radioattivo che è stata rilevata è arrivata mescolata a piombo che, schermandola, ne ha impedito la rilevazione all'ingresso del camion. Successivamente, il rottame è stato fuso, la schermatura da piombo si è azzerata e la seconda serie di misuratori ha individuato gli isotopi, poi cancellati dalla fusione. Il contatto c'è comunque stato, motivo per cui il forno ha dovuto chiudere per accertamenti.
La zona fumi dovrà essere bonificata e a questo proposito l'azienda dovrà presentare all'Arpa un piano di risanamento che dovrà essere eseguito da una ditta specializzata. Una procedura che dovrebbe costringere il forno a rimanere fermo per circa un mese.