Secondo l’ultima relazione pubblicata da IREPAS, associazione internazionale dei produttori ed esportatori di prodotti siderurgici lunghi, l’equilibrio tra domanda globale e offerta sul mercato dei lunghi è precario.
La Cina continua a occupare una posizione dominante, abbassando i prezzi delle billette e dettando legge sia nel segmento dei lunghi che in quello dei piani. Nel frattempo, il paese non sembra intenzionato a ridurre le esportazioni né la produzione, cosa che in uno o due anni potrebbe causare un potenziale danno all’industria siderurgica globale.
Gli esigui tassi di sfruttamento della capacità e l’eccesso di scorte in Cina costringono i produttori basati su tecnologie BOF a ridurre i prezzi delle materie prime, in particolare del coke e del minerale di ferro, portando così a una diminuzione dei prezzi dei prodotti finiti. Questa debolezza dell’Asia, e soprattutto della Cina, si sta diffondendo in tutto il mondo.
Per converso, il rottame diventa sempre più costoso a causa della sua ridotta disponibilità sul mercato: questo porta i produttori siderurgici basati su tecnologie EAF a dover sostenere prezzi produttivi molto più elevati, rendendogli impossibile competere con i BOF. Di conseguenza, a meno che la Cina non decida di introdurre misure che possano cambiare questa situazione, il futuro del mercato rimane incerto.
La domanda in Europa, tra l’altro, resta ancora praticamente nulla e senza alcun segno di miglioramento. Le esportazioni turche sono aumentate del 15% su base annua, ma sono ancora inferiori del 20% rispetto all’anno precedente e rispetto ai volumi medi delle esportazioni (da 6 a 7 milioni di tonnellate all’anno).
Il mercato statunitense, invece, è piuttosto immobile per via delle vacanze estive e dei festeggiamenti del 4 luglio, ma i progetti infrastrutturali continuano a un ritmo regolare. Al contrario, le costruzioni commerciali e residenziali sono rallentate e i prezzi sia dei lunghi che dei piani sono sotto pressione soprattutto a causa della concorrenza interna. Nonostante ciò, i margini per le acciaierie nazionali statunitensi sono buoni.
La concorrenza globale è forte e stabile a livelli elevati, e la Cina, come anticipato, domina la scena. In queste condizioni le prospettive non possono essere incoraggianti. Il mercato appare infatti volatile e mutevole, e tutto dipenderà dalle decisioni cinesi.