L'Ue, dopo aver registrato la peggior recessione economica nel 2020, non affronterà nulla di simile nel 2022. Tuttavia, le stime di crescita del Pil sono state ridotte al 2,7% rispetto alla precedente previsione del 4,1%. Lo ha detto Alessandro Sciamarelli, direttore delle ricerche economiche e delle analisi di mercato di Eurofer, parlando all'evento SteelOrbis & IREPAS in corso a Istanbul. Il conflitto in Ucraina ha influenzato negativamente le previsioni di crescita del Pil in tutte le economie avanzate, ha spiegato.
Guardando al recente passato, Sciamarelli ha evidenziato che tra i settori che utilizzano l'acciaio nell'Ue, quello automobilistico ha pagato il tributo più alto durante la pandemia di Covid-19, registrando un calo della produzione di quasi il 17% nel 2020. Ciò nonostante, la recessione legata al Covid è stata più mite di quella della crisi finanziaria del 2009, quando i settori utilizzatori registrarono un calo della produzione complessiva del 19,7%. Nel 2020, il calo è stato infatti dell'8,4%. I settori che utilizzano l'acciaio dell'Ue hanno registrato un forte calo nel secondo trimestre del 2020, per poi riprendersi fino a raggiungere il livello più alto nel secondo trimestre del 2021. Successivamente è iniziato un rallentamento a causa della mancanza di materie prime dovuta a sua volta ai problemi di fornitura. Per il 2022, la crescita della produzione dei settori utilizzatori dovrebbe essere del 2%, ancora una volta dimezzata rispetto alla previsione precedente, mentre dovrebbe ammontare al 2,3% nel 2023. D'altra parte, il settore automotive dovrebbe registrare incrementi del 4,9% nel 2022 e dello 0,8% nel 2023.
Il consumo apparente di acciaio nell'Ue è diminuito nel secondo trimestre del 2020, mentre ha mostrato un forte rimbalzo a partire dal terzo trimestre dello stesso anno, per poi attenuarsi nel terzo e quarto trimestre del 2021. Eurofer ha ridotto le sue previsioni di crescita del consumo apparente nell'Ue per il 2022, dal +3,2% di gennaio a un -1,9% a maggio, principalmente a causa del destoccaggio. Per contro, il consumo reale dovrebbe crescere dell'1,8%. Eurofer prevede una crescita ancora più robusta nel 2023: +5,1%, grazie al previsto miglioramento delle prospettive industriali complessive.
Sciamarelli ha sottolineato che nell'Ue si sta assistendo a un aumento dell'inflazione senza precedenti, a causa dell'impennata dei prezzi dell'energia e dei gravi problemi lungo la catena di approvvigionamento, problemi che difficilmente si attenueranno nei prossimi mesi. Si prevede inoltre che i prezzi dell'energia rimarranno elevati almeno fino alla fine del 2022. Sciamarelli ha affermato che gli indicatori anticipatori riflettono l'impatto delle gravi interruzioni della catena di approvvigionamento globale e solo in misura limitata quello della guerra.
Commentando il divieto imposto alle importazioni di acciaio dalla Russia, il funzionario di Eurofer ha detto che l'impatto non sarà drammatico e che sarà possibile sostituire i volumi non più provenienti da Mosca.
Per finire, Eurofer prevede che l'inflazione rimarrà sui livelli attuali nei paesi dell'Ue almeno fino al terzo trimestre del 2022 e che la guerra in Ucraina e il rallentamento in Cina peseranno sulle prospettive globali per l'intero anno.