India: settore minerario in difficoltà dopo la sentenza della Corte Suprema

martedì, 06 febbraio 2018 13:51:28 (GMT+3)   |   San Diego
       

Nell'agosto del 2017, la Corte Suprema indiana ha stabilito che un’attività mineraria illegale equivale una violazione delle leggi in materia ambientale, e che il governo indiano deve essere risarcito per tale violazione, anche in caso di condono.

La Section 21 (5) del Mines and Minerals (Development and Regulation) Amendment Act sta influendo pesantemente sulle attività estrattive e sulla disponibilità totale di minerale di ferro. Prima della fine dell'anno, il governo indiano aveva sollecitato nei confronti di 131 operatori minerari il pagamento di complessivi 175,76 miliardi di rupie (2,7 miliardi di dollari). Di questi, il governo ha raccolto soltanto 101,8 miliardi di rupie (1,6 miliardi di dollari) entro il termine del 31 dicembre 2017 stabilito dal tribunale. A gennaio, 44 compagnie minerarie non avevano ancora pagato la propria parte del risarcimento.

I contratti di locazione delle 44 miniere - tra cui figurano miniere di proprietà di Aditya Birla Group - rischiano ora la revoca. Gli esperti legali coinvolti nel caso affermano che i contratti di locazione potrebbero essere revocati dopo un preavviso che conceda agli operatori minerari ancora 60 giorni di tempo per ottemperare ai loro obblighi.

Le somme dovute sono state calcolate come percentuale del valore di tutto il minerale di ferro estratto in eccesso rispetto ai permessi ambientali o senza permessi forestali tra il 2000 e il 2010. Sette miniere attive, con produzione complessiva pari a 20 milioni di tonnellate di minerale di ferro, non sono state in grado di rispettare questa scadenza, circostanza che ha mandato nel panico i produttori siderurgici indiani, tuttora preoccupati della scarsa disponibilità di minerale di ferro.

Il 30 gennaio, la Corte Suprema ha ordinato allo stato dell’Orissa di "agire coercitivamente" contro gli operatori minerari che non hanno rispettato la sentenza della Corte di rimborsare lo stato per violazione delle leggi ambientali tra il 2000 e il 2010. La Corte ha inoltre negato la concessione di proroghe della scadenza nonché la rateizzazione dei pagamenti. Al governo dell'Orissa è stato infine chiesto di riscuotere un interesse del 12% per ritardato pagamento.


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