Come riportato precedentemente, il segretario americano al Commercio Wilbur Ross ha dichiarato che a breve, forse entro la prossima settimana, dovrebbero essere pubblicati i risultati dell'indagine USA legata all'articolo 232 del Trade Expansion Act del 1962, ovvero quella aperta lo scorso aprile attraverso un ordine esecutivo firmato da Donald Trump con l'obiettivo di istituire dazi o di regolare le importazioni di acciaio e alluminio "nella misura necessaria a potenziare la sicurezza nazionale".
Oggi fonti di stampa hanno riportato che la Commissione Europea, preoccupata degli effetti di tali risultati, sarebbe pronta a una contromossa. Sebbene l'indagine non riguardi soltanto l'industria europea, la convinzione dei produttori europei è che Canada e Messico saranno esclusi da eventuali restrizioni, così come, forse, anche la Cina, per la quale sono già in vigore misure protezionistiche. Di conseguenza, qualsiasi risultato potrebbe avere un impatto maggiore sull'Europa piuttosto che su altri paesi.
Secondo la Commissione, i rischi a cui potrebbe andare incontro l'industria siderurgica europea sono un aumento delle tariffe, l'introduzione di un sistema di quote e perfino un bando totale. Sempre secondo fonti di stampa, nelle scorse settimane il commissario europeo per il commercio Cecilia Malmström ha scritto a Wilbur Ross per spiegargli che USA e UE dovrebbero fare fronte comune contro la Cina anziché combattersi a vicenda e che non vi sono prove che le esportazioni europee verso gli USA possano minacciare la sicurezza del paese. Se queste rassicurazioni non dovessero bastare a far desistere Washington dal varare misure esageratamente difensive, la Commissione Europea potrebbe valutare contromisure quali dazi sui prodotti statunitensi.