L’associazione siderurgica brasiliana IABr, conosciuta anche come Aço Brasil, ha dichiarato che il sistema di quote statunitense imposto sulle esportazioni brasiliane di acciaio “non è affatto male” per quanto riguarda i prodotti semilavorati. Ciononostante, ha riferito al quotidiano Valor un portavoce della IABr, l’impatto sugli acciai finiti potrebbe essere maggiore.
Contattata da SteelOrbis, l’associazione ha preferito non rilasciare commenti, ma ha sottolineato in un comunicato come il settore locale non abbia avuto scelta se non quella di accettare il sistema di quote proposto dall’amministrazione Trump, così da poter continuare ad esportare acciaio verso gli USA ed evitare una riduzione della capacità di produzione interna. La capacità d’utilizzo in Brasile attualmente si attesta al 68%, mentre il mercato domestico si sta ancora riprendendo dalle recenti difficoltà economiche.
L’amministratore delegato della IABr, Marco Lopes, ha affermato che nel 2018 le quote USA potrebbero ridurre le esportazioni brasiliane di prodotti semilavorati, come le bramme, del 7,4% su base annua, per un totale di 3,5 milioni di tonnellate.
Per quanto riguarda le esportazioni di prodotti finiti, tra cui coils laminati a caldo (HRC) e tondo, i volumi complessivi dovrebbero subire una diminuzione tra il 20% e il 60%, fermandosi a 687.000 tonnellate.
Tenuto conto dei dazi antidumping già in vigore sulle esportazioni brasiliane di prodotti finiti verso gli USA, le esportazioni dovrebbero ridursi ulteriormente, attestandosi a 496.000 tonnellate, ha riportato Lopes.