Guidi: "L'acciaio è un 'pezzo' insostituibile dell'industria italiana"

giovedì, 21 maggio 2015 10:32:20 (GMT+3)   |   Brescia
       

"Fino a circa 20 anni fa il 7-8% della produzione mondiale di acciaio era made in Italy. Oggi viviamo un notevole ridimensionamento del settore, su cui ha inciso anche la crisi globale che ha riportato i valori della nostra produzione a quelli di quasi 40 anni fa". Lo ha detto Federica Guidi, Ministro dello Sviluppo Economico, nel corso del suo intervento all'Assemblea annuale di Federacciai.

"Al declino della siderurgia nel nostro Paese - ha proseguito il Ministro - hanno contribuito una serie di ragioni di più ampio raggio: gli elevati costi dell'energia (pur temperati da una serie di misure ad hoc per i settori energivori); la rigidità del mercato del lavoro; più in generale, i fattori che determinano la scarsa performance del nostro Paese nelle principali classifiche internazionali. Su tutti questi elementi, il Governo sta intervenendo in modo deciso".

"La siderurgia italiana - ha continuato la Guidi - ha sofferto non solo per le comuni cause di natura congiunturale, ma anche per vicende legate alla frenata della produzione in alcuni grandi gruppi. Voglio sottolineare quanto forte e continuativo sia il nostro impegno per la salvaguardia dei posti di lavoro, della produzione e della sostenibilità ambientale. Questo impegno riflette una convinzione: l'acciaio è un 'pezzo' insostituibile dell'industria italiana. Solo per citare un esempio recente, come accennava il Presidente Gozzi, l'80% delle realizzazioni dell'Expo sono in acciaio. E, oltre alle costruzioni, settore in cui l'utilizzo sempre più diffuso scalza altri materiali tradizionali - come il legno e la muratura - innumerevoli sono gli altri suoi impieghi. Dalle automobili all'elettronica, dall'elettromeccanica al packaging nell'industria manifatturiera".

"L'Italia è un paese manifatturiero e nella manifattura ha uno dei suoi irrinunciabili punti di forza: il Governo ne è consapevole e per questo ha lavorato per un significativo rilancio dell'industria, scongiurando alcune chiusure che avrebbero avuto un impatto pesantissimo sui territori, sul settore e sul Paese. Penso alla difficile vertenza su Ast, penso ai casi di Servola e Piombino, e penso infine all'Ilva. Non vi nascondo che il lavoro più difficile è stato trovare una soluzione per ciascun caso: non esiste una medesima cura per tutti, ma ogni situazione ha peculiarità tali da essere affrontate in modo specifico. Concordo pienamente col presidente Gozzi: questo tipo di processo, come ogni altro, deve essere governato. Questo è stato il metodo di lavoro con cui abbiamo affrontato ogni crisi".

"Ma a ognuno il suo ruolo. Compito precipuo dello Stato è creare un ambiente favorevole alla libera attività di impresa. L'intervento pubblico, quindi, deve essere residuale ed eccezionale: vi sono però casi in cui questo ruolo è inderogabile.

"È questo il caso di Ilva. Il Governo ha fatto, fin dall'inizio, ogni sforzo per trovare forme di coinvolgimento di operatori privati. Tuttavia, questi sforzi non hanno avuto un esito compatibile coi tempi, le peculiarità e l'eccezionalità dell'Ilva".
"A tal fine bisognava puntare a una soluzione industriale che potesse restituire l'azienda al mercato in condizioni di compatibilità ambientali. Ci tengo a enfatizzare questo nesso: la salvaguardia dell'ambiente, e non solo dell'occupazione, passa per l'individuazione di una soluzione industriale. La soluzione che abbiamo individuato era ed è l'unica possibile e compatibile con questi obiettivi. Ogni altra strada avrebbe condotto a un problema enorme di natura sociale e ambientale, prima ancora che industriale".
"Mi sia consentito qui di ribadire che il nostro obiettivo non è quello di trasformare Ilva in una azienda pubblica. Al contrario, l'intervento del Governo va nella direzione di garantire un risanamento che permetta ad Ilva di continuare a operare. Siamo convinti che ambiente e produzione, ed ancor più ambiente e produzione siderurgica, possano e debbano coesistere. La logica con cui stiamo intervenendo è quella di trasformare le crisi produttive e ambientali in altrettante occasioni di reindustrializzazione e risanamento ambientale".
"E questi interventi - ha concluso Federica Guidi - hanno reso possibili risultati importanti. L'Italia può essere attrattore di capitali esteri, anche in un comparto che forse molti avrebbero dato per spacciato: ne abbiamo avuto la dimostrazione empirica con alcune delle vicende che abbiamo seguito. Situazioni di crisi che abbiamo trovato in una condizione gravissima e rispetto alle quali abbiamo contribuito a identificare soluzioni positive dal punto di vista industriale, occupazionale, sociale e ambientale, ciascuna con le sue specificità. È una bella notizia per l'acciaio, è una bella notizia per il Paese".


Articolo precedente

Antonio Gozzi: "L'Italia è un esempio e un aiuto per l'Europa intera"

05 giu | Notizie

Assofermet: i principali temi del convegno autunnale 2011

08 nov | Notizie

Antonio Gozzi: "L'Italia è un esempio e un aiuto per l'Europa intera"

05 giu | Notizie

Assofermet: i principali temi del convegno autunnale 2011

08 nov | Notizie