Il 6 febbraio, la Turchia è stata colpita da un disastroso terremoto di magnitudo 7,8, con epicentro nel distretto di Pazarcık della provincia meridionale di Kahramanmaras, colpendo gravemente 11 città limitrofe e provocando moltissime vittime, una catastrofe umanitaria, danni alle infrastrutture e massicce interruzioni logistiche nelle aree colpite. La regione sud-orientale della Turchia ospita anche diversi grandi impianti di produzione siderurgica ed è una delle principali regioni turche per il commercio di acciaio. Date le gravi conseguenze dei terremoti, gli operatori locali stanno cercando di valutare i danni effettivi alle acciaierie e i possibili esiti per l’attività commerciale.
Nella regione turca di Iskenderun si trovano diversi produttori di acciaio, come Isdemir, Koc, Bastug, Ekinciler, Toscelik e Yazici. Nella regione sono presenti anche rilaminatori di piani e lunghi, tra cui Tosyali Toyo, Atakas, MMK Metalurji, Corbus e Yolbulan. Secondo le stime di SteelOrbis, la produzione di acciaio della regione di Iskenderun rappresenta il 25-30% del volume totale annuo della Turchia. Per ora mancano informazioni sullo stato degli impianti di produzione dell’acciaio, poiché la maggior parte delle acciaierie sta ancora cercando di valutare i possibili danni e le conseguenze. Molti operatori locali non si aspettano comunque che gli impianti, per la maggior parte, siano particolarmente danneggiati, poiché queste strutture sono solitamente piuttosto robuste. «Il problema principale oggi sono le persone, i lavoratori» ha affermato una fonte. «Bisogna trovarli, salvarli, assisterli. Alcuni di loro purtroppo sono ancora dispersi. Molti di loro non hanno più una casa. Per ora l’obiettivo è questo».
La situazione umanitaria nella regione è stata aggravata anche dal freddo e dai danni alle infrastrutture civili. In particolare, la società statale Botas ha annunciato di aver interrotto il flusso di gas in diverse regioni colpite a causa di problemi di sicurezza, mentre continuano i lavori sui gasdotti. Anche la fornitura di elettricità è interrotta e potrebbe volerci un po’ di tempo per garantire una copertura e una distribuzione omogenea per la popolazione, senza contare le industrie come quella siderurgica. Anche sulla logistica della regione è previsto un impatto a lungo termine, a causa delle strade e autostrade chiuse e distrutte e dei porti marittimi danneggiati. In particolare, sono state diffuse informazioni sulla chiusura del porto di Iskenderun, uno dei più grandi della regione, e sui danni parziali al porto di Yazici.
La maggior parte degli operatori locali concorda sul fatto che la situazione ha bisogno di tempo per essere chiarita e per vedere gli effetti sul settore siderurgico, ma si ritiene principalmente che le attività delle acciaierie della regione saranno interrotte per un certo periodo, dato l’impatto umanitario, infrastrutturale e logistico. «Dovremo vedere quali sono gli effetti di questo terremoto» ha commentato un commerciante. «I porti sono danneggiati? E le acciaierie? Annulleranno gli accordi per il rottame? Sarà considerato un caso di forza maggiore?».
Altri ipotizzano che le operazioni possano essere ripristinate una volta sistemata la logistica, anche se ammettono che l’obiettivo principale sarà sicuramente quello di affrontare la catastrofe umanitaria e aiutare la popolazione. «Se sistemano le strade, i porti riprenderanno a funzionare» ha dichiarato un altro commerciante. «Attualmente stanno valutando lo stato degli ormeggi, poi daranno la precedenza alle navi con gli aiuti. Le navi regolari sono ancorate e, da quello che ho sentito, in attesa. Per ora la situazione è questa». Inoltre, si ritiene che le navi regolari, comprese quelle che trasportano acciaio e materie prime nella regione, che si stanno avvicinando o sono già nei porti locali, potrebbero dover essere reindirizzate verso altri stabilimenti o potrebbero dover aspettare nell’area di Iskenderun se viene dichiarata la causa di forza maggiore.
Il 7 febbraio, la Turchia ha annunciato uno stato di emergenza di tre mesi per le 10 province del Paese colpite dal terremoto, che permetterà al governo di controllare tutti i lavori e le operazioni anche nel settore privato, in modo da accelerare i soccorsi. Di conseguenza, secondo le fonti, tutti i macchinari pesanti potrebbero essere spostati nelle aree residenziali invece di essere utilizzati nei porti o nelle fabbriche.