Gozzi: siderurgia in crescita anche nel 2018, pur con le incognite Ilva, Aferpi e AST

venerdì, 29 dicembre 2017 12:37:39 (GMT+3)   |   Brescia
       

La produzione italiana di acciaio grezzo raggiungerà i 24 milioni di tonnellate e la ripresa proseguirà nel 2018. Ne è convinto il presidente di Federacciai Antonio Gozzi, che in un'intervista apparsa oggi 29 dicembre sul Sole 24 Ore spiega: "Quest'anno gli indicatori sono stati buoni non solo sul fronte dei volumi, ma anche delle marginalità". Ed è ottimista anche per il prossimo anno: "L'acciaio è un indicatore di ciclo, e c'è convergenza sulla crescita in tutto il mondo, nonostante le tensioni geopolitiche".

Gozzi, che il prossimo anno lascerà le redini dell'associazione dei produttori siderurgici, non manca tuttavia di ricordare le incognite rappresentate dall'Ilva, da Aferpi e da Acciai Speciali Terni
"Non mi aspettavo che le maggiori difficoltà arrivassero dal fronte interno - afferma Gozzi parlando delle vicende che coinvolgono il siderurgico tarantino -. L'aspetto positivo è che, forse, la fake news della decarbonizzazione è uscita dal tavolo: siamo riusciti a far capire che gli altoforni vanno con il carbone. Ora lo scontro è sui tempi di attuazione del piano ambientale". 
"Non mi preccupa l'antitrust europeo - ha aggiunto il presidente -. Il commissario alla concorrenza Vestager ha dichiarato che il giudizio potrà arrivare prima della scadenza fissata di marzo; i temi sono noti e i rimedi sono stati individuati, Arvedi ha bisogno di verticalizzazione e Marcegaglia probabilmente uscirà dal consorzio. Mi preoccupano il presidente della Regione Puglia e il sindaco di Taranto: anche i sindacati, Fiom compresa, hanno chiesto di ritirare il ricorso, e questo la dice lunga". 

Parlando di Aferpi, il numero uno di Federacciai ribadisce che "l'investitore algerino (Issad Rebrab, ndr) non è mai stato credibile" e sostiene che ad oggi è difficile che qualcuno voglia investire a Piombino: "Chi aveva eccesso di produzione ha ormai già verticalizzato tutto quello che poteva. Vergella e barre sono un settore sovraprodotto", mentre solo il treno rotaie ha mercato.

Diversa la situazione di AST: "A differenza della ex Lucchini - spiega Gozzi - è un'azienda con i controfiocchi. Ha un problema di verticalizzazione, ma si può risolvere. Quando un grande operatore come ThyssenKrupp lascia l'Italia, però, c'è sempre da preoccuparsi".