Fit for 55: per Eurofer il pacchetto deve esprimere «un approccio più bilanciato»

giovedì, 15 luglio 2021 16:51:13 (GMT+3)   |   Brescia
       

Il pacchetto "Fit for 55", ovvero l'ambizioso piano sul clima dell'Ue, ha suscitato diverse reazioni dopo la sua presentazione, fra cui quella dell'associazione dei produttori siderurgici europei, Eurofer. Il pacchetto «necessita di un approccio più equilibrato per consentire la decarbonizzazione dell'industria siderurgica dell'Ue, evitando al contempo la fuoriuscita della produzione e le emissioni di CO2 al di fuori dell'Unione», sono le parole con cui l'associazione ha sintetizzato la propria posizione.

«Questo è il decennio decisivo per la transizione industriale – ha dichiarato Axel Eggert, direttore generale di Eurofer –. L'industria siderurgica europea ha una chiara tabella di marcia che mostra come potrebbe ridurre le sue emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e come raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Tuttavia, abbiamo sempre sottolineato l'efficacia in termini di costi delle misure di politica climatica, nonché la necessità di evitare lo spostamento di investimenti, produzione, posti di lavoro ed emissioni di CO2 dall'UE verso paesi terzi con norme ambientali più lassiste».

Secondo Eurofer, la priorità nell'Ue dovrebbe essere quella di potenziare e implementare tecnologie a basse emissioni di carbonio il più rapidamente possibile, rimanendo allo stesso tempo competitivi a livello internazionale. Ciò richiede «efficaci misure di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, mercati per l'acciaio verde, sostegno finanziario ed energia a basse emissioni di carbonio a prezzi accessibili».

«Le aziende siderurgiche europee hanno in corso più di 100 progetti che potrebbero portare a una significativa riduzione delle emissioni, ma richiederanno oltre 50 miliardi di euro di investimenti entro il 2030», ha spiegato Eggert. Il direttore generale ha avvertito che le misure previste dal Fit for 55 aumenterebbero artificialmente i costi del carbonio e ridurrebbero la quantità di denaro disponibile per ridurre effettivamente le emissioni di CO2.

Dal punto di vista di Eurofer, la proposta Fit for 55 di rimuovere le risorse finanziarie attraverso l'eliminazione graduale dell'assegnazione gratuita post 2026 – a favore di un CBAM (Meccanismo di adeguamento delle emissioni importate) non testato e incompleto – rischia di ostacolare, piuttosto che incentivare, gli investimenti a basse emissioni di carbonio.

Al contrario, la transizione dell'industria siderurgica dell'Ue verso la neutralità climatica «deve essere accompagnata da un quadro normativo completo che sostenga gli investimenti a basse emissioni di carbonio rafforzando al contempo la competitività internazionale».

«Una maggiore ambizione climatica dell'Ue richiede una maggiore protezione dalla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio», ha sottolineato Eggert. «Ci impegniamo a cooperare con il Parlamento europeo, gli Stati membri e la Commissione per rendere il pacchetto una strategia di crescita sostenibile».

Gli elementi che preoccupani maggiormente Eurofer sono:

Il sistema di scambio di quote di emissione dell'Ue (EU ETS) – La proposta di revisione dell'ETS aumenterebbe artificialmente i prezzi del carbonio aumentando drasticamente l'inclinazione del fattore di riduzione lineare, ribasando il tetto e rafforzando la riserva di stabilità del mercato. L'eliminazione graduale, a partire dal 2026, dell'assegnazione gratuita aumenterebbe l'esposizione del settore ai costi dell'ETS. Ciò riduce la quantità di denaro disponibile per investire in tecnologie a basse emissioni di carbonio che sono supportate da altri strumenti come il Fondo per l'innovazione e il regime di aiuti di Stato rivisto.

Il meccanismo di adeguamento delle emissioni importat (CBAM) – La proposta non include alcuna soluzione per la competitività delle esportazioni dell'Ue, né alcuna misura per affrontare le inevitabili pratiche di elusione (come l'assorbimento dei costi o il rimescolamento delle fonti) in cui si impegneranno coloro che esportano acciaio nell'Ue.

La direttiva sull'energia rinnovabile (RED) – Allo stesso modo, l'accesso a un'energia a basse emissioni di carbonio e competitiva – principalmente elettricità e idrogeno – deve essere sostenuto attraverso incentivi piuttosto che con i nuovi obblighi nella proposta di direttiva sulle energie rinnovabili. In caso contrario, la RED comporterà maggiori costi per gli utenti di energia, anche se l'ampia disponibilità di tali risorse è ancora in questa fase mal definita.


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