Federmeccanica: produzione a -13,4% nel 2020, cauto ottimismo per il 2021

venerdì, 12 marzo 2021 17:41:50 (GMT+3)   |   Brescia
       

Un crollo del 13,4% nell'anno della pandemia di Covid-19. È stato quello registrato dalla produzione metalmeccanica italiana; più accentuato rispetto a quello dell'intero comparto industriale (-10,9%) ma più contenuto nel confronto con il 2009, quando la crisi dei mutui subprime fece precipitare la produzione metalmeccanica di circa 30 punti. Lo rileva Federmeccanica nella sua analisi congiunturale, dalla quale emerge una lieve ripresa nel quarto trimestre: +1,2% rispetto al trimestre precedente e +0,2%,rispetto allo stesso periodo del 2019. Alle imprese metalmeccaniche nel 2020 sono state autorizzate un miliardo di ore di cassa integrazione, in aumento del 651,9%. 

«Il 2020 ha traumaticamente colpito l'industria manifatturiera evidenziando le sue fragilità legate ai settori, alle filiere e alla globalizzazione», ha affermato il presidente di Federmeccanica, Alberto Dal Poz, aggiungendo: «Nonostante tutto ciò l'industria è stata capace di reggere un urto tanto violento quanto inatteso».

Nel 2020 la dinamica della produzione industriale metalmeccanica, dopo le forti perdite osservate nel periodo marzo-giugno rispetto ai livelli pre-pandemici, «ha mostrato nei mesi successivi andamenti ancora negativi ma in significativo miglioramento – ha dichiarato Federmeccanica –. La recessione che ha interessato tutte le attività, ma con differenze significative: la fabbricazione di computer, radio Tv, strumenti medicali e di precisione ha registrato il calo più contenuto (-6,9%) mentre le imprese costruttrici di autoveicoli e rimorchi hanno subito le perdite maggiori (-20,6%). Oltre che dalla caduta della domanda interna, l'attività produttiva è stata anche condizionata dal pesante crollo del commercio mondiale pari al 9,7% in meno rispetto al 2019 mentre le importazioni hanno segnato un -12,8%. In particolare, ha pesato il crollo dei flussi diretti verso i principali partner europei quali la Germania (-8,4%), la Francia (-14,5%), ma anche verso il Regno Unito (-11,5%) e la Spagna (-18,8%)». 

Le prospettive a breve emerse dall'indagine di Federmeccanica, condotta presso un campione di imprese associate, sono improntate a un «cauto, moderato ottimismo», anche se permane una sostanziale incertezza dovuta all'evoluzione della pandemia, legata da un lato all'esito della campagna vaccinale e dall'altro alle mutazioni in atto del coronavirus.

Intanto il vice presidente Fabio Astori chiede all'Europa di vigilare sulla speculazione internazionale e accusa la Cina di concorrenza sleale: «Si sta palesando la carenza di materie prime e un aumento dei costi che stanno raggiungendo record assoluti. La cosa ci indispettisce moltissimo. Siamo costretti a pagare la materia prima a dei prezzi decisamente elevati. Sto parlando non solo dei materiali acciaiosi, ma anche dei non ferrosi: il rame, il nichel, lo zinco. La Cina sta acquistando materie prime privilegiando il loro mercato interno, facendo lievitare il prezzo del 6-7%» ha spiegato.