Federmeccanica: ad aprile produzione dimezzata rispetto ai dati pre-crisi

venerdì, 26 giugno 2020 10:21:58 (GMT+3)   |   Brescia
       

Preoccupante il quadro delineato dalla 154esima indagine congiunturale di Federmeccanica, i cui risultati sono stati presentati ieri dal direttore Stefano Franchi. «Stiamo presentando il primo bollettino di una guerra e di una recessione senza precedenti» ha premesso. Ad aprile la produzione metalmeccanica è crollata del 54,6% rispetto ai dati pre-crisi di febbraio. Il calo nel bimestre marzo-aprile si è attestato ad un -47,6% medio rispetto a gennaio-febbraio e a -44,1% rispetto allo stesso periodo del 2019. In particolare, a marzo il calo è stato del 40,3% rispetto a febbraio a cui ha fatto seguito una nuova diminuzione del 24% nel mese di aprile.

Nell'ambito del metalmeccanico i forti cali produttivi risultano diffusi a tutte le attività del settore. In particolare, nel bimestre marzo-aprile, la produzione del comparto della metallurgia è crollata del 44,1% rispetto al bimestre precedente, quella di prodotti in metallo del 45,1% e quella di macchine e materiale meccanico del 45,6%. La produzione di altri mezzi di trasporto (navalmeccanica, aerospaziale, motocicli, materiale ferrotranviario) si è ridotta del 60,2% e quella di autoveicoli e rimorchi del 74,9%.

A preoccupare è anche il futuro, dal momento che, sulla base delle indicazioni emerse, «la fase recessiva dovrebbe protrarsi anche nel corso del secondo trimestre», con il 34%, un'azienda su tre, che «ritiene di dover ridimensionare, nel corso dei prossimi sei mesi, gli attuali livelli occupazionali».

Secondo l'associazione «occorre agire tempestivamente senza ulteriori indugi con misure concrete per alimentare la domanda e azioni efficaci per garantire liquidità. È una questione di sopravvivenza» per un settore che «è il cuore pulsante, la spina dorsale dell'economia del paese».

«Ci aspettiamo da parte del Governo e della politica nel suo complesso – ha continuato Franchi – una risposta forte e concreta, che individui le direttrici strategiche su cui investire i fondi pubblici e quelli, obiettivamente importanti, che l'Unione europea ci metterà a disposizione». Per il direttore generale di Federmeccanica, «dovrebbero essere aiutate le aziende che anticipano la cassa integrazione, perché stanno sostenendo un onere che non dovrebbe essere loro, purtroppo anche lì vediamo i guasti e i difetti di una burocrazia che è stato ed è un male anche oggi per il nostro paese».